VIDEO | Subentra al generale di brigata Vincenzo Paticchio, destinato al Comando generale dell'Arma: «La strategia vincente è quella di mantenere credibilità diventando parte integrante del tessuto sociale»
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«Mi attende un compito non facile, ma sono convinto che con il contributo di tutti sia possibile raggiungere, tutti insieme, risultati importanti». Queste le parole pronunciate dal nuovo comandante della Legione Carabinieri Calabria, il generale di brigata Andrea Paterna nel corso della cerimonia di avvicendamento. Paterna, subentra al generale di brigata Vincenzo Paticchio, destinato al Comando generale dell'Arma.
A presiedere la cerimonia, il generale di corpo d'armata Luigi Robusto, comandante interregionale "Culqualber", alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose.
«Assumo questo prestigioso incarico - ha aggiunto il generale Paterna - con onore e con orgoglio. In Calabria c'è un grande livello di professionalità nell'Arma dei carabinieri. Il nostro obiettivo è sempre quello di garantire sicurezza al cittadino, e garantire il livello di risultati estremamente positivi conseguiti in questa terra dall'Arma, fermo restando che dobbiamo sempre migliorare ed avere la consapevolezza che la nostra è una sfida che non finisce mai. E' importante che i carabinieri continuino a fare i carabinieri: la strategia vincente è quella di mantenere credibilità diventando parte integrante del tessuto sociale in cui opera e continuando a essere percepiti come i rappresentanti dello Stato e i garanti delle regole dello Stato».
Il generale Paticchio ha aperto il suo intervento di commiato con un minuto di silenzio in omaggio all'Arma e al suo quotidiano impegno in difesa della legalità. «Non bisogna pensare che la Calabria sia solo una terra in cui si combatte, la Calabria è una terra di grande cultura e crescita sociale, una terra nella quale si costruisce, e si deve attendere solo il momento cui questa voce si alzerà forte». Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, anche Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto ucciso a Palermo nel 1982, e la moglie dei brigadiere dei carabinieri Antonino Marino, ucciso a Bovalino nel 1990.