Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in un’intervista a Radio Capital, parla delle modalità con cui verranno espletati i controlli da parte delle forze dell'ordine in programma per l’ultimo dell’anno: «Verranno fatti non soltanto sulle strade, dove già abbiamo operato in questi giorni di zona rossa, ma anche online. Questa volta per le feste – aggiunge - sappiamo che tramite richiami sui social, qualcuno sta cercando di individuare delle strutture dove riunirsi. Noi faremo gli interventi necessari affinché si eviti di ripetere ciò che è successo questa estate, quando con le discoteche aperte e la partecipazione dei giovani si è determinato un diffondersi ulteriore del virus. Bisogna assolutamente evitarlo».

In campo 70mila militari

«Bisogna però dire che le sanzioni finora sono state poche – continua il ministro - c'è un grande senso di responsabilità, e d'altra parte in un momento in cui è iniziata la fase delle vaccinazioni, e stiamo vedendo la luce dopo un lungo periodo buio, il senso di responsabilità sono convinta che continuerà a prevalere, anche in questa fine anno così' diversa dagli altri anni. Facciamo controlli per evitare che ci siano dei danni ulteriori, ora che la curva si sta abbassando, ci sembra sciocco, non responsabile, andare a fare feste non consentite. Alla fine si tratta di un giorno che si può vivere in famiglia».

In campo ci sono 70mila uomini – specifica Lamorgese - a cui dobbiamo aggiungere il personale della Polizia municipale, su tutto il territorio nazionale.

Gli insulti social all’infermiera

Il ministro interviene anche sul caso degli insulti social all’infermiera Claudia Alivernini, la prima ad essere stata vaccinata in Italia. «La Polizia postale sta monitorando per individuare gli autori degli insulti sui social, sono insulti davvero inaccettabili – dice Lamorgese - perché l'infermiera Alivernini nel vaccinarsi ha dato un segnale: per star bene io devono star bene anche gli altri. Il personale sanitario è vicino ai malati, chi lo insulta sono persone che non hanno un minimo di responsabilità, e che dovranno immediatamente, una volta individuate, essere perseguite nel modo più serio». «Quando sarà il mio turno – dichiara il ministro - secondo l'ordine prestabilito, io mi vaccinerò. Ritengo sia un dovere per proteggere se stessi e gli altri».