VIDEO E FOTO | Le ruspe radono al suolo una casupola. Presenti il prefetto e i vertici delle istituzioni. Il procuratore Falvo si prepara a varare una task force che lavorerà esclusivamente a tutela dell’ambiente
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Il procuratore Falvo osserva il ground zero dell’ecomostro abbattuto e pensa a quanto possa essere efficace, per narrare la resiliente poesia di quel luogo, una maiolica dei ragazzi speciali de La voce del silenzio, gli artisti gemellati coi maestri di Vietri che con le loro opere sui patrimoni paesaggistici del Vibonese hanno già abbellito la Prefettura, la Capitaneria di Porto e la Procura.
Il prefetto Zito, il comandante provinciale dell’Arma Capece, gli agenti della scorta del procuratore stesso, tutti, portano via un piccolo frammento di ciò che resta dell’ecomostro raso al suolo a Grotticelle: un pezzo di mattone, una pietra di cemento… sarà un fermacarte da tenere sulla scrivania, il ricordo del primo cemento abusivo demolito a pochi metri dalla battigia di una delle spiagge più belle d’Europa e più amate dai turisti provenienti da tutto il mondo: Grotticelle, Capo Vaticano.
«Sembra un piccolo risultato, ma speriamo sia l’inizio di una grande campagna di ritorno alla legalità», dice il prefetto Zito, mentre una benna demolisce quel manufatto. Il procuratore Falvo assicura che sarà così. Al suo fianco c’è il pm Corrado Caputo. La Procura sta approntando una task force che lavorerà esclusivamente sull’ambiente: inquinamento, depurazione, tutela del paesaggio, del mare. «È un percorso che abbiamo avviato con tutte le forze dell’ordine ed in particolare grazie la Capitaneria di Porto e al comandante Giuseppe Spera».
Per arrivare all’abbattimento di quel piccolo ecomostro di Grotticelle, oggi simbolo di una grande battaglia, Procura e Capitaneria di Porto hanno lavorato parecchio. Ci ha lavorato il comandante Spera assieme ai suoi uomini nel contesto di un’azione sempre più stringente ad ogni genere di occupazione abusiva del suolo demaniale. Spera è presente, raccoglie il plauso del capo della Procura. «Confidiamo che i prossimi ad essere demoliti siano quegli immobili laggiù», indica. Tra due giorni cederà il comando. Sulla spiaggia di Grotticelle c’è anche chi si succederà al comando, il capitano di fregata Massimiliano Pignatale.
«Ciò a cui stiamo assistendo – spiega il prefetto Zito – non sarebbe stato possibile senza una vera sinergia istituzionale». E nel dire ciò il capo dell’Ufficio territoriale del governo richiama al ruolo del Comune di Ricadi, che a suo tempo aveva emesso – era il giugno del 2019 – un’ordinanza di demolizione di quel manufatto. «I nostri enti locali hanno troppe ordinanze di demolizione che restano inevase. Abbiamo approfittato, nel senso buono del termine – continua il prefetto – della presenza del commissario prefettizio, che ha dato impulso alla pratica e che ci consente di essere qui oggi». Ed il commissario prefettizio Manuela Romanò osserva dietro i suoi occhiali scuri, al fianco dello stesso Zito e del questore Nino Gargano la ruspa che morsica e via via riduce ad una spianata quella bruttura. Tra poco a Ricadi s’insedierà la nuova amministrazione, alla quale spetta il compito di continuare questo percorso.
«Sì, perché questa – spiega il procuratore Falvo – è la vera ricchezza della provincia di Vibo Valentia, che spesso viene depredata. Noi siamo qui per proteggerla, nella consapevolezza che questo è anche un modo per contrastare la criminalità organizzata, che prospera laddove esiste un humus di illegalità, che condiziona l’economia e l’occupazione. Un ambiente protetto, sano anche dal punto di vista sociale, è un’opportunità per tutti, per chi vuol fare impresa onestamente e per chi cerca un’opportunità di lavoro».
«Quello di oggi – conclude il comandante Spera – è un traguardo molto importante, perché in un territorio difficile come quello calabrese, iniziare a demolire vuol dire qualcosa. Demolire, in questo contesto, significa anche poter costruire un futuro migliore».