In provincia di Cosenza, nonostante le linee guida prevedano ancora la possibilità di somministrare il vaccino Astrazeneca a tutte le persone maggiorenni, quindi di età superiore ai 18 anni, i vaccinatori da tempo non praticano il farmaco anglo-svedese a soggetti con meno di 40 anni. L’Asp non ha diramato direttive ufficiali in tal senso, lasciando libera valutazione ai medici impegnati nei diversi punti di somministrazione allestiti sul territorio. Intanto è atteso un nuovo pronunciamento da parte del Cts, in merito all'utilizzo del prodotto anglo-svedese nei giovani. 

Sceglie il medico

In particolare, secondo quanto emerge da informazioni raccolte presso i centri dell’area urbana cosentina, anche la disponibilità contestuale di prodotti diversificati del tipo Pfizer, Johnson & Johnson e Moderna, oltre che di Astrazeneca, consentono di proporre all’utente un’offerta variegata. Attenzione però: non si tratta di una scelta del paziente. Il medico vaccinatore propone il farmaco che, sulla base dell’età e dell’anamnesi, ritiene più adeguato, eventualmente anche Astrazeneca.

Linee guida convenzionali

Da quanto si apprende, in questa fase Astrazeneca è praticato solo agli over 60 oppure agli over 40 per i richiami. Ai minori e ai maturandi viene proposto esclusivamente il prodotto Pfizer, impiegato pure per i soggetti affetti da patologie. Per tutte le altre categorie viene impiegato il monodose Johnson & Johnson e il Moderna.

Il lutto di Mendicino

Il vaccino Moderna era stato inoculato anche alla giovane Alessia Reda lo scorso 15 maggio. La ragazza, di Mendicino, nel cosentino, è deceduta a soli 24 anni il 9 giugno per una embolia polmonare. Ieri sono stati celebrati i funerali. Nella circostanza l’amministrazione ha proclamato il lutto cittadino. I familiari non hanno ritenuto vi fossero correlazioni tra la somministrazione del trattamento e la morte per cui nessuna indagine è stata compiuta.

Trombosi sospette

Diverso invece il discorso di una donna di Caccuri di 46 anni, ricoverata all’Annunziata di Cosenza per una trombosi e una emorragia celebrale. La paziente aveva sofferto in passato di problemi di coagulazione, circostanza che, secondo le indicazioni fornite dall’Aifa, avrebbe dovuto indurre ad evitare la somministrazione di Astrazeneca. Ma non è chiaro se questa circostanza fosse stata in effetti segnalata al medico vaccinatore. E nemmeno in quale centro la donna sia stata vaccinata. Sul caso l’Azienda Ospedaliera relazionerà all’Agenzia Italiana del Farmaco. Un'altra donna di 49 anni, di Verzino, anche lei vaccinata con Astrazeneca, è ricoverata sempre per una trombosi, al San Giovanni di Dio di Crotone.