Cambia la location ma lo spettacolo indegno è lo stesso. Siamo al Gom di Reggio Calabria dove ieri sono partite le vaccinazioni dei pazienti fragili e come accaduto al Consiglio Regionale il sistema di prenotazione è andato in tilt e già dalle prime ore del mattino centinaia di persone hanno affollato l’androne antistante il centro di vaccinazione.

Si respira rabbia e frustrazione tra le centinaia di persone che questa mattina si sono ritrovate assembrate in attesa che qualcuno urlasse il numerino per ottenere la vaccinazione contro il covid. Ma tra i tanti erano presenti pazienti con patologie molto gravi che non potevano assolutamente essere esposti a quel rischio.

«Mio marito ha un mieloma – ci racconta una donna disperata – è un malato ematologico non può stare in mezzo a queste persone. Ho chiesto spiegazioni, se erano previste delle priorità ma mi è stato risposto che tutti i presenti hanno patologie e che, quindi, avrebbe dovuto aspettare. Ma mio marito non può stare in questo ambiente altrimenti rischia di guarire da una cosa e prenderne un'altra». Questo è solo uno dei tanti sfoghi che abbiamo raccolto questa mattina.

Doveva essere il turno dei pazienti fragili e, invece, abbiamo trovato di tutto, sanitari alla seconda dose, guardie giurate, disabili e pazienti fragili con diverse patologie. «Predicano di non fare assembramenti e poi guardateci. Evidentemente per loro questo non è un assembramento. Io sono una paziente fragile e sono qui da un’ora e non so quanto dobbiamo aspettare».

Dalla direzione generale arrivano immediati interventi per far rientrare il tutto perché è stato evidente anche a loro la necessità di mettere dei paletti. L’obiettivo rimane quello di vaccinare e farlo in fretta ma la necessità di fare veloce si scontra con la carenza di personale da dedicare al percorso vaccinale. Ma i disagi, pur circoscritti in poche ore, sono stati molteplici. «Sto vedendo persone anziane e malate lasciate in piedi, gente con le stampelle che non ha neanche un posto dove sedersi. Tutto questo quando bastava fare delle convocazioni a scaglioni».

Non solo, nel caos più totale con file anche nelle scale da un piano all’altro, i pazienti sono lasciati soli a compilare la complicata modulistica. Qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione e i pazienti con patologie di ogni genere sono arrivati tutti insieme senza prenotazione e insieme a loro anche persone che si sono presentate spontaneamente contribuendo a generare il caos. Diversi giovani si sono adoperati volontariamente per dare assistenza agli anziani e aiutarli a compilare i moduli, un segnale di umanità che, nonostante tutto, fa ben sperare. 

Un’organizzazione approssimativa con doppie file e poca chiarezza tanto da generare confusione nei pazienti che, pur avendo diverse difficoltà e fragilità sono stati esposti a gravi rischi, uno su tutti contagio che invece ci dovrebbe scongiurare.

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