L’Enpa sezione di Pizzo e il Movimento provinciale prendono posizione sull’accaduto: «In caso di processo ci costituiremo parte civile»
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«Il 24 novembre 2018 nella città di Vibo Valentia, la cui medesima provincia ha da poco guadagnato la maglia nera di vivibilità, è accaduto un fatto che mai avremmo voluto commentare». Inizia così il comunicato congiunto dell’Enpa, sezione di Pizzo, e del Movimento animalista sezione provinciale di Vibo Valentia in merito al macabro episodio del cucciolo di cane appeso alla maniglia di un negozio del capoluogo.
«Verso le 9 di quella mattina – prosegue il comunicato - siamo state allertate della presenza di un cane legato, già morto, alla maniglia di un negozio in pieno centro città. Siamo accorse sul posto noi volontarie Enpa sezione di Pizzo e membri del Movimento Animalista e la situazione che ci si è prospettata davanti è stata la seguente: Un cucciolo di cane legato a testa in giù da una zampa, dalla cui bocca ancora usciva sangue, che aveva creato una pozza per terra. Carabinieri sul posto che interrogavano i vicini ambulanti (essendo giornata del mercato settimanale in quella zona a Vibo Valentia), e che acquisivano le telecamere di zona; la veterinaria che ha eseguito l’intervento e infine, ma non per importanza, chi aveva segnalato l’accaduto ai carabinieri, oltre il proprietario del negozio e diversi curiosi».
La nota sottolinea poi che «chi ha chiamato le forze dell’ordine è stato il proprietario di un altro esercizio commerciale vicino, solo alle 8 del mattino circa (!!!), quando già, invece, tanti ambulanti del mercato avevano già preso posizione per la giornata di lavoro. E già questo è un dato che a noi fa riflettere, considerando che il cane era lì legato presumibilmente dalla notte/prime luci dell’alba».
«La veterinaria – continuano gli animalisti - ci ha comunicato la causa della morte della cucciola, di circa 4 mesi e mezzo, trauma cranico violento da corpo contundente, a cui aggiunge zampe rotte e fratture presenti in tutto il corpo».
Alla luce di quanto riscontrato, «l’Enpa sezione di Pizzo e il Movimento Animalista, uniche associazioni presenti sul posto, hanno subito fatto denuncia ai carabinieri, supportate dalle sedi nazionali che, in caso dell’apertura di un processo, si costituiranno parte civile».
«Ciò che invece vogliamo aggiungere di nostro pugno – incalzano - è una considerazione personale, che da quella mattina ci logora: dove è finita l’empatia delle persone? Come si può cagionare un male simile ad un essere indifeso, che avrà urlato il suo dolore? Cosa ci aspettiamo da una società che nasconde cosa vede e cosa sente, e che trasmette questo ai propri figli? Cosa lasciamo ai nostri figli se non un mondo dove il più debole è sempre quello che perde? Dove l’aggressività e la mancanza di empatia diventano costanti di una società che al giorno d’oggi vede le categorie più deboli bistrattate? Fiduciosi di un proseguimento delle indagini proficuo, noi continuiamo la nostra battaglia e ci rendiamo disponibili alla collaborazione con qualsiasi associazione voglia aiutarci», hanno concluso.