Per la sua morte sono stati condannati in primo grado quattro ragazzi di Sangineto a sedici mesi di reclusione. La pellicola verrà presentata nelle prossime settimane e i ricavi verranno devoluti alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane
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Seviziato, torturato e ucciso per aver morso la pecora di uno dei suoi aguzzini, ma reso immortale dal video postato sui social, che ha generato una battaglia animalista senza precedenti. Ora la sua storia è diventeta un film. È la sorte toccata a cane Angelo, il quattro zampe ucciso a bastonate nel 2016 a Sangineto, centro dell'entroterra altotirrenico. Per la sua uccisione nel maggio del 2017 sono stati condannati in primo grado quattro ragazzini coinvolti nella vicenda. Il tribunale di Paola ha inflitto loro sedici mesi di carcere con la sospensione e sei mesi di volontariato in un canile.
Durante il processo i giudici si sono avvalsi delle scene girate al cellulare, poi finite sul web, nelle quali si vedeva il cane Angelo legato a un albero, mentre subiva inerme la violenza e lo scherno dai parte dei giovani poi incriminati.
Il film
A girare il cortometraggio è stato Angelo Dalfino, regista in erba italoamericano che ha deciso di titolare la pellicola «Angelo, vita di un cane di strada». La pellicola verrà presentata nelle prossime settimane e i ricavi verranno devoluti alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che ha offerto il suo patrocinio al progetto.
L'interprete di cane Angelo
Il cane che interpreta Angelo, fa sapere il regista dalle colonne dei quotidiani nazionali, si chiama Lapo e non somiglia al protagonista della storia solo nell'aspetto, ma anche nella sorte. Almeno in parte. Anche Lapo fino a poco tempo fa non aveva una famiglia ed è stato "scritturato" dopo essere stato notato dal regista in un canile del sud Italia. Ma al termine delle riprese, Dalfino ha deciso di tenerlo con sé. Ora vivono insieme e sono inseparabili.
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