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Era stata inaugurata lo scorso 21 gennaio all’interno del parco Ravizza, a Roma. Voleva essere un monumento per far risaltare il vincolo di amicizia tra l’uomo e il cane. Un simbolo contro gli abusi verso gli animali dedicato ad Angelo, il meticcio torturato e ucciso per gioco a Sangineto, nel Cosentino. Nei giorni scorsi, un nuovo atto vandalico. La statua è infatti stata danneggiata da ignoti, sollevando commenti contrastanti. A denunciare l’accaduto – ripreso dalle varie testate nazionali –il Movimento animalista, tramite le parole del responsabile Rinaldo Sidoli: «Avete ucciso un'altra volta Angelo. Quella statua rappresenta il rispetto della vita affinché non vinca sempre la cultura della violenza e della morte».
Il caso “Angelo”, ucciso per gioco
La storia, divenuta un vero e proprio caso nazionale, aveva scosso le coscienze civili. Era il 24 giugno 2016 quando quattro giovani postarono sui social un filmato fatto con il telefonino delle sevizie commesse sull’animale, legato, appeso a un albero ed ucciso a bastonate. Un gesto definito dallo stesso pm del Tribunale di Paola, davanti al quale si celebrò il processo, “crudele e ingiustificato”. Anche perché il cane non rappresentava nessun pericolo. Per i 4 era giunta una condanna a 16 mesi di reclusione . Il giudice – infine - aveva sospeso la pena, subordinandola all’espletamento di un periodo di volontariato (sei mesi) da concretizzare in una struttura di accoglienza per cani.
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L’epilogo della vicenda
I movimenti animalisti, sempre dalle pagine Facebook, hanno annunciato che la statua verrà riparata: «Molto presto – scrivono – Angelo riavrà la sua coda, quella coda che non ha mai smesso di scodinzolare». Intanto, per risalire agli autori del danneggiamento, continuano le indagini.