Malgrado una pioggia divenuta pian piano battente sono state centinaia le persone che hanno voluto partecipare alla manifestazione pubblica di condanna del cane Pati, trovato morto a Catanzaro con diverse brutali ferite sul corpo. Il sit in si è svolto in una strada del quartiere di Signorello dove tre giorni fa è stata rinvenuta la carcassa del meticcio, mascotte a cui i residenti  a turno portavano cibo e acqua. Ad organizzare l'iniziativa diversi volontari ed organizzazioni supportati da Enrico Rizzi, un attivista siciliano che da tempo sui social si batte per i diritti degli animali e contro maltrattamenti e sevizie.

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È stato proprio il giovane trapanese a parlare, con un piccolo megafono, protetto da un ombrello, ad una folla di persone, tra cui molti residenti, chiedendo di uscire dall'omertà e denunciare i presunti colpevoli della barbarie. Rizzi ha toccato più volte le corde della sensibilità dei presenti, alcuni dei quali hanno portato anche i propri cani in segno di solidarietà, mentre all'inferriata che dalla strada principale porta alle residenze vicine sono stati affissi striscioni, slogan  e disegni. Poco prima mani pietose avevano deposto fiori sul luogo del ritrovamento.

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Stigmatizzato ancora una volta l'impianto normativo italiano che sminuisce i reati contro gli animali mentre attacchi diretti sono stati portati ai partiti di governo (il ministro Lollobrigida il più bersagliato) accusati di scagliarsi contro gli animalisti piuttosto che contro chi fa del male alle bestiole. Note di biasimo anche nei confronti di alcuni comandi delle forze dell'ordine che quando interpellati per segnalazioni di maltrattamenti rifiutano di intervenire ritenendosi non competente in materia.

Nella settimana entrante intanto dovrebbero aversi notizie certe sulla morte di Pati in modo che le indagini aperte dalla denuncia di alcuni amministratori (il consigliere di Catanzaro Stefano Veraldi e quello di Montepaone Paolo Mattia) possano avere un seguito preciso. Il capoluogo di regione ha reagito con molta sensibilità a questo raccapricciante fatto di cronaca, chiedendo giustizia e portando in segno di solidarietà anche parecchi cani al guinzaglio. Uno di loro aveva un cartello: "Io sono Pati" con un cuore disegnato.