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Catanzaro – Hanno preferito il silenzio Paolo Falzea attuale presidente della Fondazione Companella e i componenti il Consiglio di amministrazione Oscar Tamburrini professore ordinario di Radiologia, Giovanni Mosca di professione avvocato, Salvatore Ferdinando Cosco ex funzionario regionale finiti insieme ad altre sei persone nell'inchiesta sulla Campanella istruita dai sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi, per false comunicazioni sociali. Gli indagati chiamati a comparire in Procura e accompagnati dai loro avvocati di fiducia Maurizio Belmonte, Vincenzo Gallelli, Mario Mascaro, tutti del foro di Catanzaro e Giuseppe Di Pietro del foro di Messina, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, perché allo stato non sono in possesso di atti o documenti che consenta loro di esercitare il diritto di difesa. Mentre lunedì scorso Anselmo Torchia presidente pro tempore della Campanella e il componente il Cda della Fondazione Manlio De Pasquale rispettivamente difesi dai legali Domenico Anania e Giuseppe Carvelli avevano risposto alle domande dei pubblici ministeri, sostenendo, contrariamente alle ipotesi di accusa che non avrebbero mai potuto truffare la Regione, curandone invece gli interessi. Venerdì prossimo toccherà ad Elio Scaramuzzino, Francesco Muraca del Cda e Giovanna Natale comparire davanti ai pm contitolari delle indagini. Il cerchio degli interrogatori si chiuderà il 24 febbraio con l'audizione del revisore dei conti Franco Scarpino. Tutti sotto accusa per la redazione di bilanci non corrispondenti al vero per svariati milioni di euro, documenti contabili che avrebbero tratto in inganno il pubblico e la Regione Calabria. E intanto si attende che il Tribunale fallimentare si pronunci sulla richiesta di insolvenza formulata dalla Procura preso atto del dissesto economico in cui versa la struttura che gestisce il polo oncologico di Germaneto. Secondo i magistrati le voci relative alle prestazioni e al personale utilizzato dalle unità operative con l'Azienda Mater Domini e con l'Università Magna Graecia venivano falsamente contabilizzate al passivo, anzi non venivano contabilizzate affatto, con una serie di omissioni nelle note integrative che formano il bilancio, alterando in modo sensibile la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Campanella. Operazioni consapevoli, secondo la Procura, e non frutto di un mero errore. Dalle scritture contabili emergerebbe anche l'occultamento di utili, un meccanismo che avrebbe tratto in inganno non solo la Regione ma i destinatari di tutte le prestazioni effettuate. La Procura ha anche avanzato un'istanza di Fallimento al Tribunale una decisione obbligata, visti gli esiti dell'inchiesta in corso sulla Fondazione che coinvolge dieci indagati per false comunicazioni sociali.
Gabriella Passariello