VIDEO | La trama di “Le regole del gioco” ha come filo conduttore la condivisione e l'amicizia senza preconcetti. Protagonisti i piccoli ospiti dei progetti di accoglienza, che nella pellicola sono interpreti di sé stessi
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Una trama essenziale per dire “no” al razzismo, con un comunissimo pallone da calcio che diviene filo conduttore per la scoperta della condivisione e dell’amicizia senza preconcetti. Il piccolo borgo di Camini è diventato nei giorni scorsi set cinematografico del cortometraggio “Le regole del gioco” scritto e diretto da Bernardo Migliaccio Spina, grazie ad un progetto con cui per il secondo anno consecutivo la cooperativa “Jungi Mundu” è risultata vincitrice del bando del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in occasione della settimana contro il razzismo. «E’ la metafora di un pallone che rotola – racconta il regista – che i bambini devono rincorrere superando i cambiamenti. Un po' come superare il concetto razzismo che può sembrare oscuro all’inizio, tirando un calcio».
Tutto affidato ai ragazzi, tra i 9 e i 17 anni, beneficiari del progetto di accoglienza, attori non professionisti, interpreti di sé stessi, con la grande dote dell’autenticità. La realizzazione del film ha inoltre visto il lavoro sinergico di operatori e specialisti della Scuola cinematografica della Calabria e la partecipazione dell’intera comunità di Camini. «E’ più facile che siano i bambini a spiegare agli adulti cosa sia il razzismo e trasformarlo in qualcos’altro – continua Migliaccio Spina - da incomunicabilità farlo diventare comunicazione attiva. E sono proprio i bambini ad insegnarci come tirare quel calcio ad un pallone».
La proiezione del cortometraggio è stata preceduta dalla visione del docufilm “Vieni o vai? Stai!” sulle toccanti storie dei giovani migranti arrivati a Camini, dopo trascorsi molto difficili nei loro Paesi, che hanno trovato serenità e fiducia nel futuro proprio nell’antico borgo della Locride. Il documentario inoltre illustra l’accoglienza e l’integrazione dei migranti a Camini, in totale più di un centinaio, e l’impegno quotidiano del team di “Jungi Mundu” che ha reso possibile tutto questo. Veri protagonisti i giovanissimi che hanno preso parte al cortometraggio con i loro volti intensi e le loro storie.