Il primo nido è stato individuato a Capo Spartivento, nei pressi di Brancaleone da volontari ed attivisti dell'Associazione onlus Caretta Calabria Conservation
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Le si aspettava a giugno inoltrato, ma la prima si è presentata all’appuntamento con diverse settimane di anticipo. Forse a causa del Covid-19 che ha rallentato i traffici in mare o di un anno insolitamente caldo, le Caretta caretta sono già tornate sulla costa jonica. Il primo nido è stato individuato a Capo Spartivento, nei pressi di Brancaleone, grazie all’inconfondibile scia di orme che le tartarughe lasciano sulla spiaggia, uscendo dal mare.
A notarle è stato uno dei primi bagnanti della zona, che ha subito avvertito attivisti e volontari dell'Associazione onlus Caretta Calabria Conservation, che da anni pattugliano la costa fra Melito Porto Salvo e Bianco a “caccia” di nidi. Sono delicatissimi. Basta un ombrellone piazzato da un bagnante sbadato o qualcuno che ci passeggia su, senza parlare della comune quanto devastante pratica della pulizia meccanica degli arenili, che Comuni e titolari di stabilimenti usano per rimuovere i rifiulti che le mareggiate invernali hanno lasciato sulle spiagge, e delle decine di uova che le tartarughe depongono sotto la sabbia non rimane nulla.
Per questo volontari e attivisti, pattugliano la “costa delle tartarughe”, quei 40 chilometri da Melito Porto Salvo a Bianco che le Caretta caretta da anni ormai hanno eletto a principale area di nidificazione d’Italia. Cercano tracce, individuano i nidi, li recintano e segnalano per evitare che qualcuno inavvertitamente li distrugga, poi monitorano la schiusa per aiutare i piccoli appena nati a raggiungere il mare. Un lavoro che generalmente va da giugno a settembre. Ma quest’anno, le tartarughe sono state tutt’altro che lente. E tocca partire in fretta.