di Salvatore Bruno e Luana Costa
Ad oltre due mesi dall'avvio della campagna vaccinale vige ancora il più fitto mistero sui criteri di ripartizione delle fiale nelle cinque province della Calabria. Allo stesso modo viene trattato come un segreto di Stato, il dato sui quantitativi di siero inviati in regione da Roma. Insomma, il gotha della sanità calabrese dà i numeri, ma non quello relativo ai vaccini disponibili. Omertà inaccettabile sui dati relativi alle dosi di Pfizer/BioNtech consegnate oggi nei punti di stoccaggio e sui criteri di ripartizione adottati per la distribuzione sui singoli territori.

Il mistero dei vaccini

Per tentare di venirne a capo abbiamo dapprima contattato il commissario dell'azienda sanitaria provinciale di Crotone, Domenico Sperlì, che, alla nostra telefonata, si allarma pretendendo di sapere come siamo entrati in possesso del suo numero di cellulare dimenticando probabilmente di avercelo fornito lui stesso quando ci chiese di occuparci della (giusta) battaglia per il mantenimento della Oncoematologia dell'Annunziata. Dissipato il dubbio però non si mostra affatto collaborativo e al quesito sul numero di vaccini consegnatigli questa mattina risponde seccamente: «Non vedo perché dovrei dirvelo» prima di riattaccare.

Alla disperata ricerca di Pfizer

Non meno propensa a dispensare informazioni si dimostra Caterina De Filippo, direttore medico di presidio del policlinico universitario di Catanzaro e componente dell’unità di crisi che dopo averci chiesto per ben due volte di richiamare poiché impegnata ha, infine, smesso di rispondere al telefono. Insomma, la disponibilità di vaccini in Calabria è avvolta dal mistero; così come le modalità di distribuzione nelle nove aziende sanitarie e ospedaliere regionali. In tutte le cinque province emerge un disperato bisogno di vaccino a marchio Pfizer/BioNtech per assicurare un efficace proseguimento della campagna vaccinale ma, soprattutto, per garantire la seconda dose di richiamo a chi si è già sottoposto alla prima somministrazione. E il quadro che affiora è tutt’altro che confortante.

La zavorra AstraZeneca

Le nove aziende calabresi risultano zavorrate da migliaia di dosi di vaccino AstraZeneca che dopo la sospensione decisa ieri da Aifa non può essere più somministrata. Attualmente nei congelatori delle farmacie ospedaliere risultano 49.633 dosi di siero momentaneamente non utilizzabile ma che inchiodano la Calabria agli ultimi posti nella classifica nazionale. Come a tutti noto, il dato percentuale è ottenuto dalla proporzione tra numero di vaccini consegnati e somministrati, e la Calabria ha in pancia quasi 50mila dosi di sieri allo stato bloccati.

Sete di vaccini

Di converso, si registra una impellente necessità per le aziende di ricevere nel più breve tempo possibile dosi di Pfizer/BioNtech e di Moderna per garantire la continuità nelle somministrazioni. Se si escludono i quantitativi consegnati questa mattina, in tutta la Calabria risulta la presenza di appena 16.236 dosi di vaccino. L’azienda sanitaria provinciale di Cosenza e quella di Reggio Calabria sono quelle allo stato più in sofferenza: nessuna delle due possiede dosi sufficienti a garantire i richiami. I quantitativi più alti sono al momento detenuti dall’azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia (4.771) e da quella di Crotone (3.840) mentre tutte le altre possiedono solo le scorte per effettuare la somministrazione delle seconde dosi.

Moderna, il rischio stop richiami

Ancora più fosco il quadro se si analizzano i quantitativi di vaccini a marchio Moderna. Appena 2.500 dosi in tutta la Calabria con il serio rischio, questa volta sì, di non riuscire a garantire la seconda somministrazione se nei prossimi giorni non si riuscirà ad ottenere una fornitura consistente. E in tutta la Regione in questi giorni si è attivato un sistema di solidarietà interno, le aziende più in sofferenza stanno infatti chiedendo aiuto a chi è disposto a cedere soprattutto dosi di Pfizer, come accaduto proprio oggi all’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria che ha ottenuto dosi aggiuntive da Catanzaro e Crotone.

Le presunte sparizioni di vaccini

Una circostanza che conferma ancora una volta la totale assenza di una cabina di regia a livello regionale e l’inesistenza di un criterio di riparto chiaro e omogeneo delle fiale nelle cinque province calabresi. Alla luce di ciò appaiono assai strumentali le sterili polemiche alimentate ad arte su presunte sparizioni di vaccini (35mila?) o su dosi gettate perché inutilizzate. In Calabria il siero non manca, anzi. Quel che è mancato è senz’altro invece una corretta gestione nella distribuzione e la totale assenza sui tavoli nazionali di una rappresentanza in grado di richiedere a gran voce ciò di cui la Calabria ha bisogno. Dosi di vaccino immediatamente somministrabili e non sieri che zavorrano le aziende inutilmente, gonfiando a dismisura il calcolo nazionale che ci inchioda inesorabilmente sempre agli ultimi posti della classifica.