Il capo della Protezione civile Costarella commenta anche gli ultimi dati di Ispra che nel 2023 vedono Calabria e Sicilia tra le regioni più colpite. E punta il dito anche sulla scarsa pulizia di alcuni territori
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«Non bisogna creare allarmismo perché siamo a 40 gradi ormai da giorni e cercare di avere comportamenti più responsabili». Sono queste le raccomandazioni fornite dal capo della Protezione civile regionale, Domenico Costarella, che ha commentato, a margine di una altra iniziativa, il dilagante fenomeno degli incendi a cui si sta assistendo in questi giorni e che hanno causato anche due morti.
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«Il sistema è dispiegato sul territorio, già dai primi giorni di luglio sono attive anche le associazioni di volontariato, in numero superiore rispetto all'anno scorso» - ha aggiunto il dirigente. «Calabria Verde e Vigili del fuoco hanno avviato le convenzioni. Si lavora al massimo anche a livello di monitoraggio, c'è la control room attiva però bisogna anche avere coscienza e cultura del proprio territorio. Ad esempio, ad Albidona o Oriolo, territorio devastato da alcuni giorni c'è un problema anche da parte dei cittadini» ha sottolineato, implicitamente confermando l'origine dolosa di molti roghi.
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Il capo della Protezione civile regionale ha poi commentato gli ultimi dati pubblicati da Ispra che conferiscono la maglia nera a Sicilia e Calabria, tra le ragioni maggiormente flagellate da incendi boschivi. Secondo quanto riportato nello studio, nel 2023 le sole regioni Sicilia e Calabria hanno contribuito a più dell’83% del totale di superficie forestale italiana colpita da grandi incendi boschivi.
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«L'anno scorso ci sono state molte aree di incolto sottoposte ad incendio» ha replicato Costarella. «Ricordiamo quello che è avvenuto nella provincia di Reggio Calabria, io con i miei occhi ho visto che non era bosco. Le regioni meridionali - ha aggiunto - sono tutte sottoposte a forte stress a causa degli incendi e quindi non è una grande novità. Bisogna considerare che la Calabria ha una percentuale di boscosità più elevata, è quindi evidente che le statistiche riportano numeri diversi rispetto ad aree molto più piccole. Se poi si esaminano le comparazioni con gli anni precedenti, abbiamo avuto meno incendi. Questo è un dato incontrovertibile che può essere tranquillamente visionato sui sistemi informativi».
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Qualche raccomandazione, infine, sui più idonei comportamenti da adottare per contenere il fenomeno. «Non capita di rado, di assistere ad incendi innescati dalla pulizia dei terreni nonostante i divieti che poi col vento possono sfuggire di mano. Ci sono state diverse segnalazioni di incendiari alle autorità giudiziarie anche quest'anno. In più, bisogna fare i conti con un territorio non pulito e questo provoca una difficoltà nella gestione della vegetazione» evidentemente facendo riferimento ad una scarsa manutenzione del territorio. «Il rischio zero non esiste ma bisogna lavorare in maniera incessante per cercare di contenere il fenomeno. Il sistema c'è e sta reagendo adeguatamente a tutte le richieste di intervento» ha concluso.