Il bando a favore dei lavoratori dello spettacolo contiene un "errore" che consente a chiunque abbia svolto questa attività per almeno una settimana di percepire l'aiuto a fondo perduto. Nell'avviso pubblico, infatti, manca il riferimento all'anno fiscale 2019. Cortocircuito che ha causato perplessità e malumori (ASCOLTA L'AUDIO)
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In fondo, cosa sono sette giorni di lavoro nell’arco di una vita? Un ricordo trascurabile? In pandemia possono valere un click day. Sui ristori per i lavoratori dello spettacolo, in Calabria, si è creato un piccolo cortocircuito che ha causato qualche perplessità. Il 16 dicembre scorso è scaduto il termine per chiedere l’accesso all’indennità una tantum di 1000 euro (sono incluse anche le guide turistiche) fino ad esaurimento scorte.
Il pozzo da cui attingere i 730mila euro a disposizione, è il Pac Calabria 2007-2013. Fin qui tutto bene, tranne che per un dettaglio: qualcuno, qui, ha dimenticato di precisare l’anno di riferimento dei famosi sette giorni di contribuzione.
Si allarga la platea
L’avviso è stato scritto ricalcando, quasi fedelmente, il contenuto di un decreto varato dal governo ad agosto per dare una mano ai lavoratori dello spettacolo particolarmente colpiti dall’emergenza Covid. Anche in quel caso venne riconosciuta la somma di mille euro (una tantum) come forma di ristoro a patto che i lavoratori avessero maturato almeno 7 giorni lavorativi ma solo nell’arco del 2019 (e qui la specifica c’è, così come appare anche negli avvisi di altre regioni come la Campania, tanto per citarne una).
La Regione Calabria, qualche mese dopo, siamo a dicembre scorso, si mise in linea, tendendo una mano ai lavoratori dello spettacolo, categoria forse più di altre, totalmente al palo. Anche qui la ratio dell’aiuto era quella di dare respiro a chi aveva subito un rallentamento, se non un arresto, delle attività lavorative a causa del Coronavirus, ma per svista o per un’altra ragione, ancora poco chiara, si preferì omettere il parametro temporale, non allargarlo di poco (tre anni, cinque anni), ma cancellarlo del tutto.
Dal Dipartimento regionale responsabile del procedimento, consultato per capire a che punto siamo con l’erogazione (che ancora non è avvenuta) e perché sia saltato l’anno di riferimento, ci rimandano alla prossima settimana. Dicono solo, restando molto sul vago, che il problema c’era ed era stato sollevato, cioè se n’era discusso. Punto. Sul sito di Calabria Europa però non c’è nessun aggiornamento e intanto un mese è già scivolato via. Insomma, se parlano di “problema sollevato”, evidentemente, un problema c’era.
Futuro, ottimismo e distribuzione
Intanto il 13 gennaio, sempre su Calabria Europa, è apparso un altro avviso, questa volta in preinformazione, che riguarda la distribuzione teatrale ed è rivolto a chi organizza festival e rassegne di teatro. Sul piatto ci sono fino a 50mila euro a progetto, per un totale di 700mila euro. Lo scopo è, si legge sul sito, «promuovere lo sviluppo di una rete di teatri e di luoghi di pubblico spettacolo (…) valorizzare i teatri calabresi e migliorare l’indice di domanda culturale». Indice culturale che, in Calabria, se non ci si muove in fretta e bene, finirà per affondare sei piedi sotto terra.