«In soli quattro anni da sindaco di Stefanaconi, nei miei confronti sono stati aperti ben tre procedimenti penali, tutti archiviati dalla Procura di Vibo Valentia nella fase delle indagini preliminari, e altri due nei confronti di mio padre, uno archiviato a conclusione delle indagini preliminari e altro definito nel processo con sentenza di piena assoluzione».

Tira le somme di anni difficili Salvatore Solano, sindaco del piccolo comune alle porte di Vibo Valentia. E lo fa con una lunga nota che mette in fila le vicende processuali nelle quali, suo malgrado, è stato direttamente o indirettamente coinvolto. Ora è stato assolto dall’accusa di abuso edilizio anche il padre Nicola, «ultimo atto di un’attenzione investigativa che in questi anni mi ha visto, da sindaco di Stefanaconi, insieme alla mia famiglia, costretto a difendermi da accuse assurde che al vaglio della Procura e del Tribunale di Vibo Valentia sono risultate del tutto infondate». 

E ancora: «Oltre i richiamati procedimenti, nel dicembre scorso, sono stato assolto nel processo (Petrol Mafie, ndr) con formula piena dalle accuse più gravi. Anche l’infamante accusa dell’aggravante mafiosa è venuta meno. A mio carico rimane, in via del tutto residuale, la condanna ad un anno, seppur con pena sospesa, per un presunto concorso morale in un reato elettorale disciplinato dall’art. 87 del T.U. 5 aprile 1951, n.203, art. 78, distinto dalla corruzione elettorale. Ieri, poi, il giudice del Tribunale di Vibo Valentia ha assolto con formula piena mio padre, Nicola Solano, difeso dall’avvocato Tiziana Barillaro, per non aver commesso alcun abuso edilizio nell’aver installato nel proprio giardino un pergolato in ferro». Come se non bastasse, Solano spiega che «la sentenza segue altra archiviazione, nota per l’eco mediatico, sempre nei confronti di mio padre, in relazione ad altro presunto abuso edilizio nella realizzazione di una platea della propria cappella cimiteriale». 

«Oggi finalmente la verità è venuta a galla – conclude il sindaco di Stefanaconi - e di tutte quelle accuse rimane solo il dolo e la calunnia di chi ha agito non si sa per quali finalità. Tutte le indagini sono state avviate sulla base di esposti anonimi poi richiamati negli atti allegati ai fascicoli d’indagine».