Inflitta una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione e 800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento della vittima. I fatti si verificarono a Rossano (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il Tribunale di Castrovillari ha accolto le richieste avanzate dal pm e del difensore della vittima e ha condannato una giovane, all’epoca dei fatti ventenne, per atti di bullismo ai danni di una minore. I dettagli della vicenda sono contenuti in una nota del legale Francesco Nicoletti. «La sentenza di condanna – si fa presente - le ha inferto una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione e 800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali, con applicazione della sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e al risarcimento di tutti i danni subiti dalla minore, da liquidare in separata sede».
I fatti a Corigliano-Rossano
«Il processo – si specifica - ha preso le mosse dalla denuncia presentata dal padre di una ragazzina minorenne ai Carabinieri della Stazione di Rossano, nella quale venivano ricostruiti alcuni atti di bullismo e aggressione. Secondo quanto denunciato dall’uomo, la ragazzina, mentre si trovava nei pressi della villa comunale dell’area urbana di Rossano, era stata avvicinata da tre ragazze, delle quali ha riconosciuto solo una. Proprio quest’ultima le aveva intimato di consegnarle dei soldi minacciando di fare del male al fratello e alla madre. Alla risposta della minore di non avere denaro, la ragazza l’aveva violentemente picchiata con calci e pugni e poi le aveva chiesto di consegnarle il cellulare. Per scongiurare il peggio, la ragazzina aveva consegnato il telefonino, dal quale la “bulla” aveva tolto la scheda Sim prima di allontanarsi insieme alle altre due, che erano rimaste ad assistere all’intera scena senza intervenire né dire nulla. Nel frattempo - si evidenzia- accompagnata dal padre al Pronto soccorso dell’ospedale civile di Rossano, la minore era stata curata e refertata».
Bullismo, il commento del legale
Immediato il commento dell’avvocato Francesco Nicoletti, difensore della vittima, costituitasi parte civile: «Sono soddisfatto per il risultato professionale raggiunto, ma soprattutto perché questa sentenza deve servire da monito affinché mai più si verifichino episodi criminali di questo genere. Ai giovani bulli e bulle dico: ripensateci, diversamente finirete per molto tempo “ospiti” delle patrie galere».