Ordinanza di custodia cautelare confermata per Simone D'Ascola, Antonio Morelli e Giuseppe Saraceno. Al centro dell'inchiesta il consigliere comunale Castorina
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Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcuni indagati nel secondo filone dell'inchiesta della Procura su presunti brogli elettorali nell'ambito della quale è stato arrestato il consigliere comunale del Partito democratico, Antonino Castorina. Restano, quindi ai domiciliari Simone D'Ascola, il giornalista Antonio Morelli e Giuseppe Saraceno, zio acquisito di Castorina.
Tutti quanti, nell'interrogatorio di garanzia, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Stefania Rachele che a inizio marzo ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo.
Nell'inchiesta, condotta dalla Digos, è emerso che alle ultime elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020 avrebbero votato molti anziani che in realtà non si sono mai recati al seggio. Alcuni voti sarebbero stati espressi addirittura da soggetti deceduti. Stando all'impianto accusatorio, questo è stato possibile grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage.
In questo secondo filone dell'inchiesta, inoltre, la Procura contesta al consigliere del Pd l'essersi auto-nominato illegittimamente prima componente e poi presidente della Commissione elettorale comunale. Il tutto senza passare dal Consiglio che aveva eletto sia i membri effettivi che i supplementi della Commissione. Ciò averebbe consentito a Castorina di nominare gli scrutatori per le elezioni comunali in cui era candidato, arrogandosi pure "la funzione di 'delegato del delegato' del sindaco nella nomina dei presidenti di seggio".