Si arricchisce di un nuovo capitolo l’inchiesta sui brogli elettorali a Reggio Calabria. E, questa volta, nell’elenco delle persone indagate, ci sono anche politici che si sono candidati alle scorse elezioni comunali del settembre 2020 anche nelle fila del centrodestra. Sono nove, in totale, le persone che risultano iscritte nel registro degli indagati per i fatti che hanno poi portato all’arresto del consigliere comunale Antonino Castorina. La notizia emerge da un decreto di proroga delle indagini preliminari, firmato dal gip Stefania Rachele, su richiesta del pm procedente, Paolo Petrolo. 

C’è da dire, in premessa, che le investigazioni riguardano due persone già finite in altri filoni d’inchiesta, tra cui Carmelo Giustra, presidente di seggio posto ai domiciliari nella prima tranche che costò il medesimo provvedimento cautelare a Castorina. Giustra, tuttavia, ben presto, iniziò a parlare con gli inquirenti raccontando come funzionasse il sistema di falsificazione del voto nonché il suo ruolo all’interno del seggio. Tanto che, nel marzo scorso, il gip revocò i domiciliari per sopraggiunta carenza di esigenze cautelari.  

Le posizioni per le quali si procede, sebbene rientrino nel medesimo procedimento che vede indagato Castorina, appaiono sicuramente meno gravi dal punto di vista delle imputazioni, tanto da non richiedere l’emissione di alcuna misura cautelare particolare.  

Gli indagati 

Nell’elenco figurano tre candidati al ruolo di consiglieri comunali nel corso delle precedenti consultazioni comunali. Si tratta di Luigi Dattola, già consigliere durante la prima sindacatura Falcomatà e ricandidatosi con Fratelli d’Italia, Giuseppe Eraclini, ex presidente della circoscrizione di Sbarre e candidato con Forza Italia, e Giuseppe Cuzzocrea, candidato della lista “Innamorarsi di Reggio”. Risultano poi indagati: Giuseppina Facciolo, 47 anni, Giuseppe Saraceno, 66 anni, già finito ai domiciliari nel secondo filone d’inchiesta; Paola Maria Serranò, medico 62enne, consigliera uscente della scorsa consiliatura e non ricandidatasi alle recenti elezioni; Elena Anna Cotugno, 46 anni, Serena Minniti, 26 anni, membro dello staff di Antonino Castorina.  

I reati contestati 

La Procura della Repubblica, in questa fase, procede, nei confronti di tutti gli indagati, per i reati previsto dagli articoli 90, comma 2 e 97 del Dpr 570/1960. Nei confronti di tutti, ad eccezione di Dattola, anche per il reato previsto dall’articolo 103, comma 3, del Dpr n. 361/1957. Si tratta, nel primo caso, di reati in materiale elettorale che prevedono la punizione della condotta di chi si presenta in nome altrui, a dare il voto, in una sezione elettorale, o vota in più sezioni elettorali di uno stesso collegio o di collegi diversi; o ancora, nel secondo, di chi forma falsamente, in tutto o in parte, schede o altri atti riguardanti le operazioni elettorali o chi fa uso di atti falsificati, alterati o sostituiti. O, infine, chiunque fa indebito uso del certificato elettorale al fine di votare senza diritto o votare più di una volta.  

Si tratta, in buona sostanza, di condotte già in parte contestate nel corso dei precedenti filoni d’indagine e riguardanti i certificati elettorali, le tessere di voto e le deleghe al voto.  

Già nella prima tranche d’inchiesta, ad esempio, erano emersi i nomi di Giuseppe Eraclini e Giuseppe Cuzzocrea. Nei loro confronti emergeva come Eraclini fosse intestatario di 67 deleghe, mentre Cuzzocrea di 77 deleghe. Gli inquirenti annotavano come «ancorché ipoteticamente assimilabili, nessuna di queste ultime posizioni presentava le medesime risultanze di quelle di Castorina, essendone il dato relativo meno concentrato e di certo distribuito su un numero di gran lunga maggiore di sezioni interessate dalle rispettive deleghe. Inoltre, a differenza dei duplicati richiesti da Castorina, laddove la quasi totalità risulta essere relativa a cittadini molto anziani, le deleghe in commento si riferivano ad un campione di soggetti anagraficamente più vario».  

Le indagini della Procura di Reggio

Non si esclude, dunque, che l’intento dei pm sia esattamente quello di effettuare delle verifiche ulteriori, in sede d’indagine, per comprendere se quanto emerso dagli accertamenti già svolti nei confronti delle persone indagate rivesta rilievo penale o meno. Il dato di una richiesta di proroga delle indagini preliminari, il cui primo termine è già scaduto nei giorni di metà e fine aprile, lo conferma. La Procura guidata da Giovanni Bombardieri vuole vederci chiaro e sino in fondo, anche per quelle persone che avrebbero avuto, nell’impostazione accusatoria, dei ruoli minori in tutta la vicenda che ha riguardato il cosiddetto “sistema Castorina”, il cui funzionamento, stando agli atti d’accusa è ormai noto, avendo portato formalmente al voto anziani infermi o addirittura defunti che mai si sarebbero potuti recare ai seggi.