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Funerali privati per il boss e scoppia la polemica. È successo a Platì, dove il parroco del paese, Don Giuseppe Svanera, originario del Bresciano, ha manifestato la volontà di inoltrare ricorso al ministero dell’Interno contro la decisione del questore di Reggio, Raffaele Grassi, di celebrare le esequie di Giuseppe Barbaro in forma strettamente privata. I funerali si sono svolti ieri mattina alle sei nel cimitero di Platì. Considerato membro apicale dell’omonima cosca, il 54enne Giuseppe Barbaro si è spento lo scorso 20 ottobre nel carcere di Vibo Valentia.
La celebrazione dei funerali in forma privata è un protocollo previsto dalla legge al quale si ricorre puntualmente in caso di decesso di un personaggio legato alla ‘ndrangheta. Ma questa volta, a qualcuno non è andata giù. E’ lo stesso parroco a spiegare perché. Parlando di Giuseppe Barbaro, Don Svanera lo definisce “un pover'uomo che era tutt'altro che un elemento di spicco della criminalità organizzata. Il prossimo anno – ha dichiarato- sarebbe dovuto uscire dal carcere, ma ha avuto la sfortuna di ammalarsi gravemente. A questo c'è da aggiungere che chi sarebbe dovuto intervenire per aiutarlo a lasciare il carcere non ha creduto alla sua malattia, che invece era assolutamente vera. E così Giuseppe Barbaro, tra mille sofferenze, è morto nella sua cella”.
Il presule conclude chiedendosi se “una società civile può tollerare tutto questo” e spiega che i cittadini di Platì si sentono offesi e criminalizzati a causa della diffusa abitudine di fare “di tutta l’erba un fascio”.