La bonifica

La rabbia degli ambientalisti: «Occhiuto chieda al “suo” ministro di revocare il decreto che lascia i rifiuti Eni a Crotone»

Il comitato “Fuori i veleni” al governatore: «La modifica del Piano rifiuti approvata dal Consiglio regionale ha permesso all’azienda di attuare i suoi propositi» 

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di Redazione Cronaca
10 agosto 2024
17:45

«Il presidente della Regione Occhiuto chieda al Ministro dell’Ambiente Frattin l’immediata revoca del Decreto 1 agosto ultimo scorso che consente ad Eni Rewind di lasciare i rifiuti (speciali pericolosi) della bonifica a Crotone. Quella che si è determinata è una situazione grave che non può essere in alcun modo accettata pena la condanna definitiva di Crotone e del territorio ad essere per sempre una “Terra di veleni”. Se si è arrivati a questo punto è per evidenti e pesanti responsabilità in primo luogo del Presidente Occhiuto e di coloro che lo hanno assecondato in una vergognosa contrattazione sulla pelle dei cittadini e della città di Crotone». È quanto scrive in una nota il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere”

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«A parlare sono i fatti e le scelte di questi mesi che il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” ha denunziato e cercato in ogni modo di contrastare. Le dichiarazioni di ieri del Vice Ministro dell’Ambiente - continua la nota - sono solo la formale rivelazione di quanto solo chi non vuol capire non aveva compreso: “I rifiuti contestati non possono avere altra destinazione che la discarica calabrese già individuata… Un processo che è stato condiviso in Conferenza di Servizi e su cui, a febbraio 2024, anche la Regione ha dichiarato la propria convergenza” - parole della Vice Ministra Vannia Gava!» 


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«La Vice Ministra ha solo ribadito ciò che aveva affermato il Presidente della Conferenza dei Servizi in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente nella seduta decisoria del 26 giugno u.s. Questo uno stralcio del verbale della Conferenza dei Servizi del 26 giugno 2024: “II Ministero fa presente che il Progetto stralcio in esame (presentato da Eni Rewind in Conferenza dei Servizi) nasce, invero, dalle indicazioni fornite dalla Regione Calabria in merito alle modalità per l'eventuale rimozione del vincolo PAUR sul destino dei rifiuti fuori Regione. È stata la stessa Regione a manifestare la necessità che la questione fosse affrontata nell'ambito di una conferenza di servizi ministeriale." - parole del Presidente della Conferenza dei Servizi. Il Decreto emanato l'1 agosto dal Ministero dell’Ambiente per consentire ad Eni Rewind di lasciare i veleni a Crotone, è la conclusione di un processo perseguito con il concorso attivo della Regione a guida Occhiuto». 

«Evidenti sono le responsabilità del sindaco Voce che in questi mesi non solo non ha contrastato questo scellerato disegno - attacca il comitato - ma ha scelto di allearsi con Occhiuto e ha speso buona parte delle sue energie per fare la polemica con noi del Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” prodigandosi in attacchi che a ben vedere servivano a nascondere la strategia adottata per arrivare a questo punto. La modifica del Piano dei Rifiuti proposta da Occhiuto ed approvata dal Consiglio Regionale il 12 marzo 2024 è stato un tassello fondamentale, un passaggio necessario, per attuare il disegno per consentire ad Eni Rewind di realizzare i suoi propositi. Il capitolo 32.2 del nuovo Piano dei Rifiuti ne è inconfutabile certificazione».

«Il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” non a caso si è battuto per una sostanziale modifica del Piano dei Rifiuti proponendo anche l’immediata approvazione di una Legge Regionale tesa a bloccare tutte le autorizzazioni in materia di rifiuti, nelle more delle modifiche necessarie, a reale tutela del territorio di Crotone e dell’intera Calabria. Una legge su modello di quello adottato dalla Sardegna per il settore eolico. Alle nostre proposte si è risposto con una modifica palliativa, anche questa gonfiata mediaticamente, con il chiaro intento di fuorviare e non intralciare il disegno concordato come si evince da quanto chiaramente sta emergendo».  

«Per evitare disastrose conseguenze per la salute dei cittadini e per la nostra città è necessaria la immediata revoca del Decreto Ministeriale del 1 Agosto scorso. Prima ancora che di un ricorso al Tar si pone un problema di carattere politico ed anche Costituzionale considerati i termini ordinatori con i quali il Ministero all’art. 1 comma 2 del richiamato Decreto, dispone impropriamente che: “Tenuto conto del vincolo - allo stato invalicabile - di cui alla prescrizione n. 4 del parere della STV parte integrante del Paur, adottato con Decreto della Regione Calabria n. 9539 del 2 agosto 2019…la Regione Calabria deve avviare il procedimento di modifica della predetta prescrizione entro 30 giorni dalla notifica del presente decreto”».

«É evidente l’incostituzionalità di detta norma in quanto una eventuale modifica del PAUR è di competenza dell’organo che ha adottato il provvedimento, quindi esclusivamente della Regione. Gli organi dello Stato non hanno alcun potere impositivo in un atto ( il PAUR) di esclusiva competenza della Regione. Vi sono quindi più motivi perché il decreto venga revocato ed il Ministro Frattin, tra l’altro collega di partito di Occhiuto, venga sollecitato a farlo. Alla luce di quanto si sta verificando è necessario procedere ad una modifica sostanziale del Piano Regionale dei Rifiuti approvato il 12 marzo scorso a partire dalla abrogazione del Capitolo 32.2 dello stesso. Il sindaco Voce eletto con il preciso mandato di difendere la città ed impedire ogni tentativo di far prevalere gli interessi miliardari di Eni si è assunto la grave responsabilità di aver consentito - conclude il Comitato - una operazione pericolosa a danno della cittadinanza. Le parole e le roboanti esternazioni ormai lasciano il tempo che trovano e sono servite (almeno finora) a coprire un ribaltamento delle posizioni espresse nel corso della campagna elettorale. Crotone non può accettare di essere condannata ad essere la città dei veleni. I crotonesi meritano rispetto. Le istituzioni ad ogni livello devono tutelare le comunità. Gli interessi miliardari non possono giustificare alcuna operazione che esponga a rischio la Comunità. La salute dei cittadini non ha prezzo. Continueremo a batterci per una città pulita e a misura d’uomo». 

 

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