Una miniera di informazioni. Le perquisizioni a carico di Pasquale Bonavota, l’ex superlatitante calabrese arrestato a Genova, si stanno rivelando estremamente interessanti per gli inquirenti. È quanto racconta Il Vibonese, che riferisce gli esisti investigativi delle perquisizioni nel covo ligure preso in affitto sotto falso nome, ma anche nell’appartamento della moglie. Sorprese anche dal contenuto dalle tasche dei pantaloni e del marsupio, che Bonavota portava con sé al momento dell’arresto.

«Nella tasca dei pantaloni – si legge su Il Vibonese - i carabinieri hanno rinvenuto due biglietti manoscritti recanti in intestazione la scritta “Parrocchia San Donato … O dio Nostro Padre ti prego”, riportanti appunti e nomi vari, e quindi una banconota da 50 euro e una da 20, nel marsupio è stato trovato altro materiale interessante: la somma in contanti di 1.600 euro con banconote di vario taglio contenute all’interno di una busta; altre 80 euro in un portamonete; una carta d’identità rilasciata dal Comune di Sant’Onofrio nel 2015 ed intestata ad un cittadino dello stesso paese, e ivi residente, con attaccata la foto di Pasquale Bonavota; la tessera sanitaria della stessa persona di Sant’Onofrio, scaduta nel gennaio scorso; dieci abbonamenti mensili – dal luglio 2022 ad aprile 2023 – al bus di Genova (Amt) a nome del medesimo soggetto di Sant’Onofrio; una pen drive; ben 40 immaginette sacre; una drink card di una discoteca; uno smartphone e tre telefoni cellulari».

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Il latitante 49enne di Sant’Onofrio poteva disporre, inoltre, di diverse carte d’identità intestate a persone differenti, oltre a detenere timbri del suo comune e materiale utile a realizzare documenti falsi. In particolare, i carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo hanno rivenuto nel suo appartamento «venticinque foto-tessere a colori e due fototessere con impresso il timbro a secco (rinvenuto all’interno dell’abitazione) del Comune di Sant’Onofrio, oltre a tre foto-tessere con fori da spillatrice. Accanto a ciò è stata trovata un’altra carta d’identità intestata sempre allo stesso soggetto di Sant’Onofrio, questa volta priva di fotografia e recante scadenza ad aprile 2025». Sequestrati inoltre materiale informatico (un hard disk, un computer portatile e un paio di pen drive) e denaro per circa 22mila euro conservato in vari punti dell’appartamento, oltre a quattro telefoni. 

«La scoperta senza dubbio più interessante - scrive ancora Il Vibonese - arriva tuttavia dalla perquisizione domiciliare eseguita dai carabinieri nell’abitazione a Genova della moglie di Pasquale Bonavota, un appartamento diverso dal “covo” dove si era rifugiato il latitante. Gli investigatori hanno infatti rinvenuto a casa della donna (insegnante in una scuola di Genova) anche due foto che ritraggono Pasquale Bonavota in abiti clericali in compagnia di altri due uomini e un prelato. Una delle due foto rinvenute – hanno annotato i carabinieri – “con dedica a firma Don Leonardo”».

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