Un’impresa catanzarese che produce mattoni è stritolata dal caro energia: «Non riusciamo nemmeno più a stabilire il prezzo di vendita al pubblico». Il disperato appello
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«Nel giro di dieci giorni fermeremo la produzione». Si lascia ancora aperto uno spiraglio alla speranza nello stabilimento della Cotto Cusimano a Settingiano. Qui dove si cuociono i laterizi, il forno rappresenta lo strumento principe di lavoro e da qualche tempo anche il barometro delle turbolenze di mercato.
«Abbiamo registrato un aumento pari a dieci volte delle bollette del gas - precisa Francesco Cusimano -. Siamo passati da 20mila a 200mila euro mentre per l’energia elettrica si è passati da 25 a 75 centesimi. Questo ci sta creando problemi di programmazione e di prezzi: non avendo più la misura dei costi non sappiamo a quanto vendere il prodotto».
Le principali voci di costo per l’azienda di laterizi sono gas ed elettricità: il primo per la cottura dei mattoni e la seconda per tenere in vita le macchine e gli strumenti di lavoro. «Stiamo pensando di sospendere le attività – conferma l’imprenditore -. In un simile contesto non si riesce neppure a fare magazzino: i costi sono ormai esorbitanti. Se prima, ad esempio, per il mattone pieno il prezzo di vendita era di 40 centesimi adesso siamo arrivati ad un euro e venti centesimi. Il mercato non è in grado di assorbire questi prezzi, dal momento che gli aumenti si ripercuotono sulla vendita al pubblico».
Così la scelta sofferta ma obbligata: «Nel giro di dieci giorni fermeremo la produzione, se la situazione non dovesse migliorare. Al momento navighiamo a vista, è una condizione che non ci consente altre vie d’uscita. Ma da quel che so anche altre aziende sono intenzionate a farlo: per il momento restiamo in attesa delle evoluzioni per comprendere se val la pena resistere o sospedere».