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Salvata per un soffio, grazie ad una compagna di classe che aveva confidato al padre di come la sua amichetta da giorni visualizzasse sul telefonino una lista di cose da fare e si fosse fatta tatuare su un braccio una balena blu. Ma non solo. La ragazzina raccontava ai compagni che tra cinque giorni li avrebbe lasciati per sempre.
L’incubo della Blue Whale è arrivato anche in Calabria, a Cosenza. E solo per un caso fortuito non si è portato via la vita di una quattordicenne. E sì. Perché il padre della ragazzina, turbato da quanto gli aveva confidato la figlia, ha deciso di contattare le forze dell’ordine che a loro volta hanno convocato i genitori dell’adolescente e iniziato ad indagare.
Si è così scoperto che, in effetti, la ragazza frequentava da tempo proprio i siti della Blue Whale e dalle verifiche sul suo smartphone si è risaliti ad altre due minorenni cadute nella trappola. Una trappola assassina. Perché la Blue Whale non è affatto un gioco. Nata in Russia, la catena di richieste a cui attenersi fino ad arrivare al suicidio si sta diffondendo in Italia. Ecco perché è importante vigilare, notare cambiamenti nel comportamento. Dallo svegliarsi molto presto al mattino, al guardare video horror e psichedelici, fino ai tagli sul corpo.
Tiziana Bagnato