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A circa sei mesi di distanza dal sequestro preventivo della nota discoteca “Blu 70″, la struttura che sorge tra gli scogli di località Copanello, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi, titolare del fascicolo, ha chiuso le indagini a carico di tre persone, finite sotto inchiesta a vario titolo per abuso di ufficio ed esercizio abusivo dell’attività. Si tratta dell’imprenditore Nicola Frangipane, titolare della struttura, del sindaco di Stalettì Concetta Stanizzi e del responsabile dell’ufficio tecnico comunale Beniamino Posca, i quali, secondo le ipotesi accusatorie non avrebbero rispettato le norme a tutela dell’incolumità pubblica, aprendo le porte del locale ai clienti nonostante il parere negativo fornito dalla commissione di vigilanza sui locali pubblici di Stalettì. In particolare la Procura a carico di Frangipane contesta “l’apertura all’esercizio di pubblico spettacolo destinato a sala da ballo e discoteca senza aver osservato le prescrizioni dell’autorità a tutela dell’incolumità pubblica e in particolare in assenza del prescritto parere di agibilità denegato con il verbale della commissione di vigilanza del 6 agosto 2014”. Il sindaco e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale sono finiti sotto inchiesta per aver violato “precise regole di comportamento e per non avere vietato la prosecuzione dell’attività di pubblico spettacolo sul presupposto della quale avevano concesso un’area da destinare a parcheggio”. Il legale della società avrebbe presentato al comune di Stalettì regolare domanda di apertura, chiedendo il relativo certificato di agibilità e il Comune avrebbe a sua volta rilasciato il certificato, ma a patto che venissero effettuati alcuni lavori relativi alla costruzione delle barriere di sicurezza, all’allestimento dell’ area di parcheggio e capienza massima di 150 persone. Gli indagati, assistiti dai loro legali Raffaele Mirigliani e Alessandro Palasciano, adesso avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o rendere dichiarazioni, per depositare ogni documentazione utili per l’esercizio di difesa prima che il pubblico ministero titolare delle indagini decide se chiedere il rinvio a giudizio o procedere con una richiesta di archiviazione.
Gabriella Passariello