Per la Calabria una mazzata da 200 milioni. Le città “scippate” dei soldi per le periferie

VIDEO | Considerando anche i cofinanziamenti tra soggetti pubblici e privati, il totale degli investimenti che vengono meno con il blocco del bando è pauroso, con buona pace dei progetti di riqualificazione delle aree più degradate. Il territorio di Reggio risulta il più penalizzato, mentre Crotone dovrà rinunciare “solo” a 5 milioni di euro. I conti in tasca a Cosenza, Catanzaro e Vibo...

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di Enrico De Girolamo
6 settembre 2018
15:03

Lo hanno definito un «furto con destrezza» (il sindaco di Reggio), uno «scippo» (il presidente di Anci Calabria), ma sono tutte metafore che non rendono l’entità del “maltolto”: quasi 200 milioni di euro.
È molto più alto di quanto sembra il danno inferto ai grandi comuni calabresi e alla città metropolitana dal blocco dei bandi per le periferie, un programma di investimenti su scala nazionale per riqualificare le aree più degradate.
Carte alla mano, infatti, si scopre che accanto ai 103 milioni e 228mila euro di fondi statali, quelli immediatamente sottratti, erano preventivati anche 89 milioni e 378mila euro di cofinanziamento da parte degli enti locali e dei privati, somme che portano a 192 milioni e 607mila euro il computo del taglio di lotta e di governo.
E sì, perché nonostante lo stop sia stato inspiegabilmente votato all’unanimità al Senato, con un emendamento all’ormai famigerato milleproroghe, viene rivendicato con convinzione dalla maggioranza gialloverde. La motivazione è molto populista ma, a quanto pare, estremamente lacunosa.
A ricordarla è stato il deputato calabrese cinquestelle Francesco Forciniti, che ieri a LaC Nnews 24 ha spiegato che «non si è trattato affatto di un furto», ma di una sorta di ridistribuzione per togliere a pochi (96 aree territoriali in tutta Italia) e dare a tanti. «Una scelta politica - ha affermato Forciniti - che libera risorse fresche per gli Enti Locali, che vengono messe immediatamente a disposizione di tutti i Comuni d’Italia per sbloccare gli avanzi di bilancio bloccati a causa della vigente legislazione sul pareggio contabile».
Obiettivo che sarebbe pure condivisibile, se non fosse che la Corte costituzionale ha già “liberato” le somme degli avanzi di bilancio, con le sentenze 247 del 2017 e 101 del 2018, considerando illegittimi i vincoli imposti all’impiego di queste risorse.
Insomma, ecco perché secondo i sindaci si tratta di una scusa claudicante con cui sono stati affossati progetti che in alcuni casi attendevano da decenni di essere realizzati.
Come accennato, in Calabria le mani del Governo e del Legislatore sono state messe nelle borse di tutti i capoluoghi. Ma vediamo nel dettaglio chi perde quanto e cosa.

 


Città metropolitana di Reggio

Finanziamento statale 40 milioni di euro, cofinanziamento privato-pubblico 61milioni e 695mila euro, per un totale di 101 milioni e 695mila euro. Il progetto complessivo prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di opere a Africo, Agnana. Bianco, Camini, Canolo, Caraffa del Bianco, Casignana. Caulonia, Gerace, Grotteria, Locri, Mammola, Roccella Jonica, Sant’Agata del Bianco, Siderno, Stignano e Stilo dove avrebbe dovuto essere realizzata la circonvallazione.

 

Comune di Reggio

Progetto “Recupero e Valorizzazione del Borgo di Podàrgoni e del territorio circostante caratterizzato da marginalità economico-sociale attraverso l’esperienza della ‘residenzialità diffusa’ e la riattivazione delle dinamiche economiche. Finanziamento statale 18 milioni di euro, cofinanziamento privato-pubblico assente.

 

Comune di Cosenza

Progetto “Valorizzazione dei quartieri e rigenerazione urbana: le periferie come le nuove Porte della Città di Cosenza”. Finanziamento statale 17 milioni e 951mila euro, cofinanziamento pubblico-privato 11 milioni e 470mila euro, per un investimento complessivo di 29 milioni e 421mila euro.

 

Comune di Catanzaro

Progetto “Riqualificazione Catanzaro Sud - Da periferia a nuova centralità”. Finanziamento statale 17milioni e 513mila euro, cofinanziamento pubblico-privato 12 milioni e 751mila euro, per un investimento totale di 30 milioni e 264mila euro.

 

Comune di Vibo Valentia

Progetto “In periferia si può vivere assieme”. Finanziamento statale 6 milioni e 90mila euro, cofinanziamento pubblico privato 2 milioni e 103mila euro, per un investimento complessivo di 8 milioni e 194mila euro.

 

Comune di Crotone

Progetto per la riqualificazione e la sicurezza nel quartiere "Fondo Gesu". Finanziamento statale 3 milioni e 674mila euro, cofinanziamento pubblico-privato 1 milione e 358mila euro, per un investimento complessivo di 5 milioni e 32mila euro.

 

Le conseguenze a livello nazionale

Il programma di riqualificazione delle periferie coinvolge 96 tra Comuni e Città metropolitane per un totale di 326 Enti locali e un investimento statale complessivo di 1 miliardo e 559milioni di euro. La quota di cofinanziamento pubblico-privato (Enti locali e imprese) è pari a 1 miliardo e 161milioni di euro, per un investimento totale di oltre 2 miliardi e 700 mila euro. La stima occupazionale è di 42mila posti di lavoro, di cui 15mila nei comparti esterni al settore dell’edilizia.


Rinunciare a queste opportunità di finanziamento non sarà facile, soprattutto in una regione come la Calabria che ancora risulta essere la più povera d’Italia e occupa puntualmente gli ultimi posti delle classifiche europee su economia e occupazione. Il Governo assicura che si tratta solo di uno stop temporaneo e che i finanziamenti saranno erogati nel 2020. Intanto, però, le convenzioni per la fruizione dei fondi sono state sottoscritte e molti Comuni italiani hanno già assunto obbligazioni contrattuali e avviato gli appalti. Il solito pasticcio all’italiana foriero di incertezza, scontri istituzionali e ricorsi giudiziari, peccato originale di un Paese che pare proprio incapace di fare le cose per bene.

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