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Non c’è solo un aumento sensibile, mediamente di dieci chilometri, dei tempi di percorrenza a causare disagio tra le popolazioni della media valle del Crati. La chiusura del ponte posto al primo chilometro della statale 239, nel comune di Bisignano, determina, soprattutto, la deviazione del flusso del traffico veicolare lontano dall’area di Mongrassano Scalo, dove 37 attività commerciali hanno registrato in breve tempo, un calo del fatturato del 50%.
Due mesi di interdizione al traffico
L’infrastruttura è chiusa dal 5 febbraio scorso. I tecnici della Provincia di Cosenza, ente competente, hanno riscontrato sotto i piloni centrali, una carenza del fondale sabbioso tale da rendere instabile l’asse viario. Secondo la popolazione locale però, questo provvedimento è eccessivo: «Sarebbe bastato – spiegano alcuni rappresentanti del comitato spontaneo “Apriamo il ponte” scesi in strada per una manifestazione di protesta – interdire l’accesso a pullman e mezzi pesanti oppure, in alternativa, istituire un senso unico alternato».
Il problema della briglia sottostimata
Il Crati scava sotto i pilastri mettendone a nudo la parte inferiore. La situazione si sarebbe aggravata con la costruzione, all’inizio degli anni duemila, di una briglia nelle immediate vicinanze del ponte. Briglia sottostimata, tanto che il fiume vi passa sotto e non sopra. Per cui, nei metri immediatamente precedenti, si incanala sotto la parte centrale del ponte stesso, smuovendo la sabbia. Per essere efficace invece, la briglia avrebbe dovuto rallentare il corso d’acqua, sfruttando per intero l’ampiezza del letto.
Istituzioni rimaste sorde
Per adesso le istanze dei cittadini sono rimaste lettera morta. Per questo il comitato spontaneo ha bloccato per qualche ora la Statale 19, nei pressi dello svincolo autostradale di Torano Castello, per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul problema.