Gli agenti della questura di Cosenza indagano sull’aggressione commessa in pieno centro, ai danni di un bambino di tre anni, da un adulto nella serata di martedì scorso 3 settembre in Via Macallè, nei pressi dell’isola pedonale di Corso Mazzini. Al vaglio delle forze dell’ordine anche alcune immagini acquisite dalle diverse telecamere di videosorveglianza presenti nella zona e che potrebbero avere immortalato la scena. Il piccolo era in compagnia dei due fratelli dell’apparente età di nove e dieci anni. All’episodio hanno assistito numerosi testimoni.

Incredula davanti a quella scena

«Stavo salutando un mio amico quando improvvisamente ho visto un individuo tirare un calcio nell’addome del piccolo». Jennifer Castiglia ha le lacrime agli occhi mentre racconta la vicenda. E’ una delle persone che ha soccorso il bambino ed è pronta a mettersi a disposizione degli inquirenti, per aiutarli a rintracciare l’autore del vile gesto. «Io ed altri passanti siamo rimasti come congelati, increduli. La creatura è volata a terra sul selciato dolorante. Ci siamo precipitati a soccorrerlo, mentre i due fratellini, anche loro strattonati dall’uomo, hanno immediatamente avvisato la loro madre che si trovava nelle immediate vicinanze, in uno studio medico».

Episodio a sfondo razzista?

Il bimbo, secondo quanto si è appreso, apparterrebbe ad una famiglia di origine extracomunitaria da anni in Italia. Sarebbe residente in un centro dell’area urbana cosentina. Per questo si pensa che la condotta brutale possa essere stata alimentata anche da un sentimento di tipo razzista. «L’aggressore aveva un neonato nel passeggino – racconta Jennifer - La vittima si era avvicinata forse per accarezzare il nascituro nella carrozzina, suscitando l’inattesa quanto incredibile reazione dell’uomo. Non permetterti di avvicinarti ha esclamato. Sono rimasta scioccata da quella violenza gratuita, esercitata con profonda cattiveria. Davvero una immagine triste e desolante». Il responsabile dell’aggressione è stato poi affrontato da altri passanti e si è dato alla fuga, disperdendosi tra la folla in transito lungo il corso.

Il tam tam sui social

La vicenda ha avuto rilievo mediatico anche per il post sui social diffuso dalla stessa Jennifer, in cerca di notizie rassicuranti sulle condizioni del piccolo. «Io personalmente ho allertato le forze dell’ordine. Ho sentito poi il bisogno di condividere questa esperienza su facebook e, tramite altri contatti, ho appreso che il bimbo si è poi ripreso rapidamente. C’è una privacy da rispettare e non sono riuscita a rintracciare la famiglia. Vorrei tanto rivedere il piccolo ed abbracciarlo». Poi un appello all’aggressore: «Spero si faccia avanti e chieda scusa. Lui stesso aveva con sé un figlio e dovrebbe sapere che i figli non si toccano. Ho negli occhi il dolore della mamma della vittima, occhi smarriti e di dolore, lo stesso dolore che pervade tutti noi, testimoni involontari dell’accaduto».

La solidarietà del sindaco

«Resto sconvolto per le modalità del fatto e perché la circostanza si sia verificata in una via del centro della nostra città – ha dichiarato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, stigmatizzando l’accaduto - Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia, certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione né deve passare sottaciuto. Non possiamo assolutamente tollerare l’odio inconsulto e cruento, specie quando la vittima è un bimbo piccolissimo e specie se tale violenza si verifica a Cosenza, storicamente città di inclusione e accoglienza. Fermo restando che le indagini stabiliranno le effettive responsabilità – prosegue Occhiuto – esprimo alla famiglia della piccola vittima tutta la mia vicinanza e quella dell’Amministrazione comunale».