«Stamattina ho ricevuto la chiamata del vescovo Oliva. Si è dimostrato molto rammaricato per l'accaduto e ha detto che sono episodi che non accetta assolutamente». Così il papà della bimba di tre anni affetta da autismo, che ieri, in una lettera aperta al vescovo della diocesi di Locri-Gerace Francesco Oliva, aveva denunciato un episodio accaduto in chiesa che aveva visto protagonista, suo malgrado, proprio la piccola, allontanata dal sacerdote durante una funzione religiosa poiché piangeva.

La lettera aperta al vescovo Oliva

«Quando una bambina autistica di 3 anni viene fatta allontanare dal prete durante l'inizio della celebrazione di un matrimonio e tra l'altro in modo discutibile, ci si chiede: ma è questo il compito di chi è chiamato a continuare l'opera di Gesù Cristo? Quanto scritto è accaduto a fine agosto 2023 presso la Basilica e Concattedrale di Santa Maria Assunta di Gerace», aveva scritto il padre della bimba, affermando che il messaggio arrivato quel giorno ai fedeli, «rimasti increduli», è che «durante lo svolgimento di un rito religioso non c'è posto per la disabilità in un luogo consacrato».

«Come accade a tanti bambini della sua età - aveva poi spiegato il papà -, mia figlia aveva avuto dei momenti di pianto che dal mio punto di vista erano gestibili e non inficiavano sul corretto svolgimento liturgico nonostante nella maggior parte delle volte corrispondevano all'aumento del tono di voce del sacerdote. Forse sarebbe bastato un approccio diverso, ma nel caso di mia figlia è stato preferito allontanare invece che includere». 

L’uomo si era poi detto rattristato, anche per la poca comprensione dei «sacrifici che i genitori affrontano quotidianamente e le tante difficoltà che i bambini devono superare per essere accettati e inseriti in una società piena di tanti pregiudizi e ancora molta ignorante sull'autismo». E aveva chiuso con una sorta di appello: «La chiesa che vorrei è una chiesa che sia di esempio alla comunità cattolica e civile nel suo operato, una chiesa che apra le porte a tutti senza distinzioni, una chiesa che sappia ascoltare con il cuore, una chiesa che sappia includere e accettare la diversità, una chiesa che dia possibilità agli ultimi, una chiesa che impari dal prossimo».

La telefonata del vescovo

E non è tardata ad arrivare la risposta del vescovo, monsignore Oliva. Lo racconta lo stesso papà, che ha ricevuto la telefonata del presule: «Ha dimostrato una profonda sensibilità sulla disabilità. Mi ha raccontato di andare personalmente a trovare le famiglie con figli disabili. Si è scusato per l'accaduto e mi ha riferito che non era mai successa una vicenda simile in nessuno dei paesi della diocesi. Inoltre sono stato contatto dal prete che ha celebrato la cerimonia, ho ricevuto le sue scuse e c'è stato uno scambio di punti di vista. Poco fa ho avuto un contatto telefonico con un altro prete della Locride attento e attivo sul tema della disabilità. Spero che insieme al vescovo possa portare ad una maggiore comprensione delle difficoltà che ogni giorno tante persone affrontano e a rendere la Chiesa un posto inclusivo». Il vescovo Oliva si è inoltre mostrato critico nei confronti dell’informazione che ha dato eco all’episodio e ha espresso il desiderio di conoscere e incontrare la famiglia della bimba, invitandola in episcopio a Locri.