«Gli articoli di stampa che mi riguardano, pubblicati questa mattina, sono frutto di dichiarazioni che non hanno alcun fondamento fattuale, in quanto scaturiscono dalle dichiarazioni di una madre che in preda alla disperazione per averle il tribunale dei minori sottratto l’affidamento della figlia, ha fatto di tutto per cercare un capro espiatorio su cui scaricare sue esclusive responsabilità». Così sul suo profilo Massimo Ripepi. Il consigliere comunale di Reggio Calabria, a capo di una comunità religiosa, avrebbe consigliato alla famiglia di una bimba vittima di abusi sessuali da parte dello zio, di tacere e non denunciare. Ma il politico respinge al mittente le accuse.

 

«E ciò – specifica – è tanto vero che dopo aver perso la potestà genitoriale sulla bambina, la madre si è messa alla ricerca di persone che potessero aiutarla a riavere l’affidamento della stessa, sostenendo che fossi stato io a sconsigliarla di rivolgersi all’autorità giudiziaria. Di questo ho già da tempo informato il Pubblico Ministero procedente, indicando nomi e cognomi delle persone contattate dalla madre della bambina, specificando anche come a talune di queste la madre della minore abbia correttamente confessato che io le avessi detto di decidere lei liberamente cosa fare».


«Il tempo di raccogliere con il mio legale di fiducia Mario Santambrogio, tutte le notizie provenienti dalle carte del procedimento e – assicura - sarà indetta una conferenza stampa per dire la verità».