VIDEO | Al leader di Forza Italia nel 2013 vennero inflitti 3 anni e 8 mesi per frode fiscale e non si poté più candidare. I contenuti delle carte presentate alla Corte europea di Strasburgo anticipati da Il Riformista
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La condanna al carcere di Silvio Berlusconi nel 2013 sarebbe stata decisa dall’alto. È lo scenario delineato dall’audio choc del giudice Amedeo Franco (morto nel 2019), relatore della sezione feriale della Cassazione presieduta dal magistrato Antonio Esposito che emise quella sentenza. In particolare, al leader di Forza Italia vennero inflitti 3 anni e 8 mesi per frode fiscale nell’ambito della vicenda Mediaset-Agrama.
Il contenuto delle carte, in mano al collegio difensivo dell'ex premier, è stato in parte anticipato da Il Riformista mentre l'audio del giudice Franco è stato mandato in onda a Quarta Repubblica.
L'anticipazione de Il Riformista
«Ci sono le prove che la sentenza che condannò Berlusconi al carcere, nel 2013, e che diede il via al declino precipitoso di Forza Italia, era una sentenza clamorosamente sbagliata. E perdipiù c’è il forte sospetto che lo sbaglio non fu dovuto solamente a imperizia dei giudici, ma – forse: scriviamo dieci volte forse – a un disegno politico». Queste le parole di Piero Sansonetti su Il Riformista, che pubblica gli atti in esclusiva, riferendo le novità sul processo Mediaset per frode fiscale, attualmente alla Corte Europea di Strasburgo.
Un quadro nuovo, in sintesi, che potrebbe ristabilire la verità, conferma il direttore del noto quotidiano, giunge dalla sentenza del Tribunale civile di Milano che a gennaio "smonta" quella della Cassazione che portò nel 2013 all'unica condanna di Berlusconi.
L'audio del giudice
Nel ricorso alla Corte Europea presentato dai legali del Cav conterrebbe quindi le registrazioni di colloquio del magistrato Amedeo Franco. Quest’ultimo, nelle vesti di relatore in Cassazione, chiese l'assoluzione perché non sussisteva reato. Nella conversazione con lo stesso Berlusconi parla di «una decisione presa a priori», un vero e proprio «plotone di esecuzione». E in particolare afferma: «Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo».
L’audio - dunque - farebbe pensare ad un «complotto della magistratura», come sottolineato infine da Sansonetti.