Per il Giudice di Pace Alfonso Del Re il verbale non è da considerarsi valido perché l'infrazione non è stata immediatamente contestata
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Le multe inflitte dall'autovelox installato nel tratto della Ss 18, all'altezza del Comune di Belvedere Marittimo, potrebbero essere tutte nulle. La sconcertante rivelazione arriva grazie a una sentenza che vede protagonista Francesco Galati, ex maresciallo dei carabinieri in pensione, oggi componente dello staff del sindaco scaleota Gennaro Licursi. L'uomo, dopo aver ricevuto la busta verde contenente la contestazione dei superati di velocità, ha presentato ricorso al Giudice di Pace della cittadina altotirrenica, Alfonso De Re, e questi ha accolto in toto la richiesta annullando il verbale impugnato.
Le motivazioni
Nel verdetto, il giudice ordinario di Belvedere fa riferimento a une vecchia sentenza della Suprema Corte, la quale specifica che “non è valida la multa per eccesso di velocità senza contestazione immediata se manca la prova che quella è una strada urbana a scorrimento, con carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico (Cfr Cassa n. 12231/2016)”, ossia, in assenza della prova che la mancata contestazione da parte degli agenti delle forze dell'ordine è da ricondurre a particolari impedimenti, per motivi di sicurezza, dovuti alla conformazione stradale.
In sostanza, per il Giudice di Pace belvederese le infrazioni relative agli eccessi di velocità devono essere sempre e comunque segnalate nell'immediato al conducente del mezzo, a meno che gli impedimenti non siano elencati con chiarezza.
La rabbia degli automobilisti
La notizia renderà certamente felici le migliaia di automobilisti che giornalmente percorrono quel tratto di strada e che sono letteralmente terrorizzate dall'occhio vigile delle telecamere collegate al rilevatore di velocità, il quale tollera una media oraria di 70 km. E forse proprio una multa di troppo è la causa scatenante dell'atto vandalico compiuto nella notte di domenica scorsa ai danni del tutor. Tre uomini incappucciati, aiutandosi tra di loro, hanno raggiunto il dispositivo elettronico posto in alto e hanno cercato di distruggerlo a picconate. Peccato solo che, nella concitazione del momento, uno dei tre sia rimasto a volto scoperto mentre le telecamere continuavano a registrare.