Nel 2015 un bimbo si sottopose alla somministrazione dell'esavalente e si sentì male. Nei mesi successivi, gli fu diagnosticato l'autismo. Il suo papà si convinse che fu colpa del vaccino e aggredì violentemente il dottore
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Un anno e otto mesi di carcere, pena sospesa, il pagamento delle spese processuali e quelle di costituzione di parte civile, più il risarcimento alla vittima e una provvisionale di 5mila euro immediatamente esecutiva. È la sentenza emessa ieri dal tribunale monocratico di Paola, sezione penale, nei confronti di un uomo che sei anni fa aveva aggredito un medico di Belvedere Marittimo, Raffaele D'Amante. Il provvedimento reca la firma della giudice Roberta Carotenuto. L'imputato attribuiva al medico la responsabilità dei problemi di salute del figlio manifestati dopo una dose di vaccino esavalente, terzo richiamo della vaccinazione obbligatoria. Nei mesi successivi, al bimbo era stato diagnosticato l'autismo.
I fatti
Nel 2015, Raffaele D'Amante, questo il nome del medico, aveva somministrato una dose obbligatoria di vaccino esavalente a un bambino di pochi anni. Nelle ore successive, il bimbo si era sentito molto male, tanto da ricorrere alle cure ospedaliere per diversi giorni. Nei mesi successivi, allo stesso bimbo era stato diagnosticato l'autismo e il suo papà si era convinto che fosse una conseguenza. Quindi, era più volte tornato nell'ambulatorio del medico, responsabile del settore vaccinazioni, chiedendo spiegazioni. Il medico, dal canto suo, gli aveva spiegato che, a livello scientifico, non ci sarebbe alcuna correlazione tra vaccini e diagnosi di autismo e che si trattasse soltanto di un caso. Ma con il peggiorare del quadro di salute del piccolo, il padre si era presentato sotto casa del medico e gli aveva scagliato addosso tutta la sua rabbia. L'imputato lo aveva colpito con calci e pugni, rompendogli due costole e provocandogli lesioni su tutto il corpo. Di qui, la denuncia del malcapitato e il processo instaurato al tribunale di Paola.
La sentenza
L’imputato, difeso dall’avvocato Michele Rizzo, è stato condannato, anche al risarcimento dei danni nei confronti del medico Raffaele D'amante, costituitosi parte civile con il patrocinio dell’avvocato Francesco Liserre, nonché ad una provvisionale di 5mila euro immediatamente esecutiva. È stato condannato, inoltre, al pagamento delle spese di costituzione di parte civile, sia nei confronti di D'amante che nei confronti dell’Ordine dei medici di Cosenza, anch’esso costituitosi parte civile e rappresentato dall’avvocato Herman Altomare, con ulteriore condanna al pagamento delle spese processuali. L’imputato, infine, è stato assolto per il reato di violazione di domicilio, perché il fatto non sussiste.