VIDEO | Il segretario regionale dell'Udc è accusato di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e voto di scambio
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’assessore regionale al Bilancio e segretario regionale dell’Udc, Francesco Talarico. Questa mattina comparso dinnanzi al Gip del Tribunale di Catanzaro per sostenere l’interrogatorio di garanzia. Tuttavia, Francesco Talarico ha scelto di non rispondere in questa sede alle accuse di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e voto di scambio. «Si professa estranea a tutti i reati contestati – ha chiarito l’avvocato di fiducia, Francesco Gambardella – ma si difenderà successivamente secondo un’articolazione difensiva meglio strutturata».
Dal 21 gennaio si trova agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo. Secondo la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro si sarebbe dichiarato disponibile a favorire un gruppo di imprese riconducibili all’imprenditore Antonio Gallo in cambio di un pacchetto di voti. Nel mirino della Procura sono finite le elezioni politiche del 2018, in cui Francesco Talarico si candidò nel collegio di Reggio Calabria.
Hanno risposto alle domande del Gip, invece, Tommaso Brutto, ex consigliere comunale di Catanzaro, e suo figlio Saverio assessore al Comune di Simeri Crichi. «Hanno risposto a tutte le domande poste dal giudice, dai pubblici ministeri e da me – ha confermato il legale di fiducia Vincenzo Ioppoli -. Si sono professati innocenti rispetto a tutte le ipotesi di reato contestate». Entrambi agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose, corruzione e rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio commesso in concorso con il finanziere infedele, Ercole D’Alessandro.
Ha risposto invece a tutte le domande poste dal Gip, Glenda Giglio, presidente di Confindustria Giovani di Crotone e rimasta anche lei coinvolta nell’inchiesta Basso Profilo. Dal 21 di gennaio è agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. «Ha risposto a tutte le domande – ha chiarito il legale difensore Antonio Lomonaco – e si è dichiarata estranea alle accuse contestate. Siamo convinti di aver offerto una più corretta chiave di lettura» ha concluso il legale supportato nella difesa anche dall’avvocato Andrea Gareri.
Si è avvalso, invece, della facoltà di non rispondere Rocco Guglielmo. Anche lui questo pomeriggio ha sostenuto l’interrogatorio davanti al Gip scegliendo però di non rispondere all’accusa di trasferimento fraudolento di beni. Il titolare dello studio notarile catanzarese è infatti accusato di non aver verificato compiutamente la capacità di comprendere dei cittadini stranieri rogando ugualmente gli atti al fine di agevolare le operazioni di riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti delle società riconducibili all’imprenditore Antonio Gallo. Il notaio è difeso dall’avvocato Salvatore Staiano.