Il Gup del Tribunale di Catanzaro, Simona Manna, ha accettato tutte le costituzioni di parte civile nell'ambito del procedimento denominato Basso Profilo in corso di svolgimento all'aula bunker di Lamezia Terme. Nuova udienza preliminare questa mattina durante la quale il collegio difensivo ha sollevato una questione di inutilizzabilità delle intercettazioni, infine, rigettata all'esito della camera di consiglio. Ammesse, invece, le costituzioni di parte civile nel processo: la Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro, il Comune di Catanzaro, Sellia Marina, Cutro, Rocca Bernarda, l'Agenzia delle Entrate, Banca Intesa, il ministero dell'Interno, della Difesa e dell'Economia e Finanze. I pubblici ministeri, Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, al termine della requisitoria hanno ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei 78 indagati.

L'indagine

L'indagine era stato condotta nel gennaio scorso in maniera congiunta da Dia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza coinvolgendo amministratori locali, imprenditori, politici e professionisti. Ottantuno le persone per le quali all'epoca la Dda aveva ipotizzato reati, quarantanove quelle raggiunte da misura cautelare, tredici persone arrestate e portate in carcere e 35 finite ai domiciliari. L'inchiesta ricostruisce una zona grigia all'interno della quale avrebbero orbitato imprenditori, amministratori, politici e forze dell'ordine infedeli che avrebbero favorito clan crotonesi tra i quali Nicolino Grande Aracri, Giovanni Trapasso e Alfonso Mannolo. Cerniera di collegamento Antonio Gallo, imprenditore di Sellia Marina che avrebber tessuto i rapporti soprattutto con alcuni amministratori catanzaresi; ad esempio, Tommaso e Saverio Brutto, il primo ex consigliere comunale di Catanzaro e il secondo assessore al comune di Simeri Crichi. Ma nel calderone dell'inchiesta c'è finito anche Francesco Talarico, assessore regionale al Bilancio che ha lasciato gli arresti domiciliari. Applicato l'obbligo di dimora.

Gli indagati

Nella recente richiesta di rinvio a giudizio è stata invece, stralaciata la posizione dell'ex coordinatore dell'Udc, Lorenzo Cesa. Complessivamente, 78 gli indagati coinvolti nell'inchiesta: 

Luigi Alecce
Bruno Andreoli
Annarita Antonelli
Henrik Baci
Antonio Santo Bagnato
Elena Banu
Luciano Basile
Giuseppe Bonofiglio
Rosario Bonofiglio
Tommaso Brutto
Saverio Brutto
Mariarosaria Caliò
Pier Paolo Caloiro
Simona Cannarozzi
Eliodoro Carducelli
Ilenia Cerenzia
Nicola Cirillo
 Monica Comberiati
Eugenia Curcio
Ercole d'Alessandro
Luciano d'Alessandro
Vincenzo De Luca
Concetta Di Noia
Giulio Docimo
Stefano Docimo
Antonella Drosi
Valerio Antonio Drosi
Natale Errigo, Mario Esposito
Carmine Falcone
Santo Faldella
Matteo Femia
Antonello Formica
Antonio Gallo
Francesco Gallo
Glenda Giglio
Umberto Gigliotta
Antonio Grillone
Rocco Guglielmo
Odeta Hasaj
Domenico Iaquinta
Giuseppe La Bernarda
Rodolfo La Bernarda
Giuseppe Lamanna
Andrea Leone
Francesco Lerose
Francesco Luzzi
Santo Mancuso
Giuseppe Mangone
Francesco Mantella
Roberto Mari
Ieso Marinaro
Giovanni Mazzei
Antonio Melino
Giuseppe Liberato Paciullo
Daniela Paonessa
Rositsa Pazieva
Antonio Pirello
Raffaella Posca
Andrea Rosa
Tommaso Rosa
Victoria Rosa
Umberto Rotundo
Rolando Russo
Giovanni Lorenzo Servidio
Maurizio Silipo
Maria Teresa Sinopoli
Giorgia Sollecchia
Tommaso Stranges
Francesco Talarico
Rosa Talarico
Matteo Tarantino
Luca Torcia
Rosa Torcia
Giuseppe Truglia
Pino Volpe
Alberto Zavatta
Claudio Zavatta.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Lomonaco, Fabrizio Costarella, Sergio Rotundo, Luigi Falcone, Vincenzo Ioppoli, Francesco Gambardella, Pietro Chiodo, Eugenio Felice Perrone, Valerio Murgano, Salvatore Staiano.