Otto anni di reclusione. È questa la pena invocata questo pomeriggio dal pubblico ministero nei confronti di Francesco Talarico, assessore al Bilancio della Regione Calabria e coinvolto nell'inchiesta istruita dalla Dda di Catanzaro denominata Basso Profilo. Questa mattina ha avuto inizio infatti la prima udienza scaturita dall'inchiesta che si sta svolgendo con rito abbreviato nell'aula bunker di Lamezia Terme. 

Il pubblico ministero ha formulato una richiesta di pena a otto anni di reclusione nei confronti del politico lametino accusato di associazione a delinquere semplice e corruzione elettorale. Il primo capo d'imputazione, tuttavia, sarà nuovamente oggetto di riformulazione da parte del Tribunale della Libertà di Catanzaro, dopo che la Corte di Cassazione ha di recente annullato con rinvio su istanza dell'avvocato Francesco Gambardella.  

L'indagine era stato condotta nel gennaio scorso in maniera congiunta da Dia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza coinvolgendo amministratori locali, imprenditori, politici e professionisti. L'inchiesta ricostruisce una zona grigia all'interno della quale avrebbero orbitato imprenditori, amministratori, politici e forze dell'ordine infedeli che avrebbero favorito clan crotonesi tra i quali Nicolino Grande Aracri, Giovanni Trapasso e Alfonso Mannolo. Cerniera di collegamento Antonio Gallo, imprenditore di Sellia Marina che avrebbe tessuto i rapporti soprattutto con alcuni amministratori catanzaresi; ad esempio, Tommaso e Saverio Brutto, il primo ex consigliere comunale di Catanzaro e il secondo assessore al comune di Simeri Crichi. Ma nel calderone dell'inchiesta c'è finito anche Francesco Talarico, assessore regionale al Bilancio che ha lasciato gli arresti domiciliari. Applicato l'obbligo di dimora.