Nel capoluogo cerimoniale in forma contenuta. Ugualmente partecipata da cittadini e istituzioni l’ottantesimo anniversario dalla liberazione d’Italia dal nazifascismo. Il sottosegretario Ferro: «Lavoriamo per un Paese che superi le divisioni». E sul Papa: «Una morte che ha colpito tutto il popolo italiano»
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Niente sfilate, bandiere a mezz’asta. Issate ma ammainate in segno di lutto per la morte del Santo Padre. La cerimonia del 25 aprile va in scena in forma contenuta in una piazza Matteotti, a Catanzaro, che ha ugualmente visto la consueta partecipazione di cittadini e istituzioni.
«È una giornata da vivere con sobrietà ma questo non significa non viverla» – ha rimarcato il prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa. «Resta una giornata importante, l’ottantesimo anniversario da quel 25 aprile da cui è nata l’Italia repubblicana. Dobbiamo viverla lanciando un messaggio ai nostri giovani: la libertà non va mai mendicata, i principi della nostra Costituzione sono saldi, quelli di un Paese democratico e noi dobbiamo trarre da quella esperienza insegnamenti importanti».
«Viverla nella giornata di lutto nazionale significa far sì che il lascito di Papa Francesco rimanga nei nostri cuori. È stato il papa di tutti, credenti e non, ha dato voce agli ultimi, ha portato le periferie al centro dell’attenzione». Il generale dei carabinieri, il comandante della Legione Calabria, Riccardo Sciuto, ha evidenziato il tributo degli uomini dell’Arma nelle giornate di liberazione dell’Italia dal nazifascismo: «La presenza qui a Catanzaro è straordinaria ed è l’occasione per ricordare il contributo che l’arma dei carabinieri ha dato alla guerra di liberazione, alla Resistenza. Oltre 2.700 caduti solo in quel periodo storico, 5mila carabinieri deportati, innumerevoli fatti d’arma a partire da Salvo D’Acquisto, la battaglia di San Paolo a Roma. Un contributo accanto ai partigiani, accanto alle forze armate, un contributo di sangue che resterà nella storia».
Alla cerimonia ha partecipato anche il sottosegretario al ministero dell’Interno Wanda Ferro che ha voluto ricordare il Pontefice: «La morte di Papa Francesco ha colpito tutto il popolo italiano, senza distinzione. Credo che festeggiare in modo sobrio sia un atto nei suoi confronti dovuto e doveroso. Un momento per riflettere sui tanti valori che troppo spesso diamo per scontati».
Sulla cerimonia del 25 Aprile il sottosegretario ha poi evidenziato: «Potrei dire che non è condivisa come alcune cadute di stile nella commemorazione al Senato e alla Camera della morte di Papa Francesco, potevano essere evitate» ha aggiunto Ferro. «Noi lavoriamo per un Paese che superi queste divisioni, che lavori per una memoria condivisa, che veda la costruzione reale di quella democrazia e libertà conquistata con grande sacrificio, valori da custodire ogni giorno».