Dopo cinque anni dalla prima volta “on-air”, le Tv di Stefano Bandecchi interrompono le trasmissioni e chiudono i battenti. «Ora 250 lavoratori vanno a fare gli agricoltori», è stato il primo commento dell’imprenditore, sindaco di Terni e amministratore delegato dell’università che ha fondato, la Niccolò Cusano, con sede a Roma.
La decisione di chiudere le tv Cusano Italia e Cusano News è maturata in seguito alle difficoltà giudiziarie che coinvolgono Bandecchi. In particolare, riporta una nota diffusa dall'ateneo telematico, le trasmissioni sono state fermate per le «vicende che hanno coinvolto l'Università Niccolò Cusano e che hanno fatto passare le emittenti televisive come attività commerciali non attinenti allo scopo istituzionale della terza missione universitaria».

Il riferimento è all’inchiesta nella quale viene contestata la regolarità dei conti di Unicusano, beneficiaria del regime fiscale agevolato destinato proprio alle università. Secondo i magistrati, invece, l’ateneo telematico di Bandecchi si sarebbe progressivamente allontanato dalle finalità formative, puntando principalmente al profitto con un approccio decisamente commerciale. Da qui l’accusa di evasione fiscale e la recente richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma: secondo i pm, tra il 2018 e il 2022, avrebbe sottratto al fisco quasi 14 milioni di euro come amministratore «di fatto» della Unicusano.
Dal canto suo, Bandecchi, non ha risparmiato critiche feroci all’inchiesta e alcune ore fa, sui suoi profili social, ha pubblicato un video nel quale ha commentato con parole esplicite l’azione degli inquirenti: «Credo che magistratura e guarda di finanza hanno portato avanti un'indagine che per me, secondo me, fa totalmente schifo, è fatta male, e non risponde alla realtà al punto che gli stessi consulenti del magistrato hanno sostenuto che l'indagine fa schifo. Comunque, per quattro mesi noi pagheremo lo stipendio, quindi non piangete tutti. Nessun altro fa quello che faccio io, proprio per questo mi chiamo Stefano Bandecchi: io il mio lo faccio, gli altri no».

Secondo il sindaco di Terni, inoltre, proprio a causa dell’inchiesta, sarebbe saltato un accordo transattivo con l’Agenzia delle entrate per 12,5 milioni di euro: «Dopo otto mesi avevamo trovato un accordo che avrebbe risolto i problemi e riportato le cose in un alveo di normalità. Ma la magistratura e la guardia di finanza hanno maturato, evidentemente, un'idea diversa e l'Agenzia delle Entrate non se l'è sentita di dare seguito a quell'intesa che, secondo la magistratura, non andava bene».
L’imprenditore-politico con il pallino del calcio è anche tra i principali sponsor della squadra della Vibonese. In Calabria lo si è visto spesso nei mesi scorsi: prima per un tentativo (non andato a buon fine) di rilevare la Reggina, poi come sponsor politico di Massimo Ripepi, sia per le Europee che – in prospettiva – da candidato a sindaco a Reggio Calabria.