Oltre al penalista ed ex parlamentare, coinvolte altre sette persone. Nel mirino degli inquirenti le sospette movimentazioni di denaro e la distruzione delle scritture contabili per impedire la ricostruzione del patrimonio
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La Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini del procedimento penale avviato nei confronti di Giancarlo Pittelli per il reato di bancarotta fraudolenta in concorso con altre sette persone. Lo scorso novembre il penalista ed ex parlamentare, già coinvolto in altre inchieste giudiziarie e di recente condannato a 11 anni di reclusione nell’ambito del processo Rinascita Scott, era stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, successivamente revocata dal Tribunale della Libertà, per la gestione di una serie di società a lui riconducibili.
In particolare, in qualità di amministratore e socio unico della At Alberghiera Turistica avrebbe distratto l’unico bene nella disponibilità della società all’epoca in liquidazione, un terreno situato a Stalettì, attraverso un atto di compravendita con la Sarusi, «costituita ad hoc». Il prezzo dell’acquisto fissato in 650mila euro, secondo la ricostruzione degli investigatori, non sarebbe mai stato effettivamente corrisposto alla At Alberghiera Turistica ma «destinato fin dall’inizio a fini differenti».
Una parte dei proventi della vendita, per un valore di 250mila euro, sarebbero stati utilizzati per la liquidazione di un socio della At Alberghiera Turistica, un pagamento avvenuto attraverso la Sarusi. La restante parte di 400mila euro usata, invece, per estinguere una ipoteca contratta sul terreno oggetto di compravendita.
In concorso con Giancarlo Pittelli sono accusati del reato di bancarotta fraudolenta anche Caterina Concolino, 65 anni di Catanzaro, in qualità di amministratrice della At Alberghiera Turistica, carica ricoperta dal 2013 al 2018; Antonio Marchio, 35 anni di Soveria Simeri in qualità di liquidatore della società; Rita Tirinato, 63 anni di Catanzaro, in qualità di amministratrice della Sarusi; Saverio Francesco Nitti, 56 anni di Catanzaro, commercialista incaricato della tenuta delle scritture contabili e consigliere di Pittelli e Sebastiano Panzarella, 55 anni di Lamezia Terme, notaio che aveva rogato l’atto di compravendita.
Pittelli in concorso con Concolino, Marchio, Monica Albano e Salvatore Domenico Galati, questi ultimi avvicendatisi nel corso degli anni alla guida della At Alberghiera, sono accusati di un ulteriore episodio di bancarotta per aver distratto la somma di 800mila euro consapevoli, secondo la ricostruzione, delle condizioni di dissesto e dell’esistenza di un debito verso la Regione Calabria di un milione di euro. Non avrebbero richiesto la restituzione del credito di 800mila euro vantato dalla At Alberghiera ad una società debitrice, poi fallita a sua volta.
I quattro amministratori succedutisi alla guida della società dal 2006 al 2019 avrebbero poi distrutto i libri e le scritture contabili allo scopo «di procurarsi un ingiusto profitto e recare pregiudizio ai creditori» rendendo così impossibile «la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari».
Il reato di indebita compensazione di debito di Iva e accesso abusivo al sistema informatico è poi contestato ad Antonio Marchio, il quale si sarebbe introdotto senza autorizzazione nel portale dell’Agenzia delle Entrate con le credenziali della Sarusi, per portare in compensazione «illecitamente» il debito Iva in capo alla At Alberghiera Turistica con un credito di pari importo (76mila euro) ma «non spettante» alla Sarusi attraverso una «falsa» operazione di fusione tra le due società.