Bancarotta fraudolenta. È questo il reato contestato a tre imprenditori cosentini (due ai domiciliari e un obbligo di firma) operanti nel settore del commercio all’ingrosso ed al minuto di abbigliamento. L’operazione, eseguita dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza ha portato anche all’applicazione della misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali. Nello specifico, all’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ed eseguite attraverso complesse e minuziose ricostruzioni contabili, è emerso che gli indagati destinatari delle misure cautelari personali hanno posto in essere, nel tempo, più fatti e reiterate condotte di bancarotta fraudolenta, consistite nell’aver provocato il fallimento della società da loro gestita mediante la distrazione e dissipazione dei beni della stessa realizzate attraverso plurimi negozi giuridici, privi di controprestazione per la fallita, posti in essere con altre società facenti capo allo stesso gruppo imprenditoriale. Dalle indagini dei finanzieri, coordinati dalla Procura di Roma, è emersa un'attività illecita di acquisto e vendita della merce in assenza di giustificazione economica e di movimentazione finanziaria. Inoltre sarebbero stati sottratti e distrutti libri e scritture contabili. Il debito maturato con l'erario è stato quantificato in oltre due milioni e mezzo e il passivo fallimentare a quasi tre milioni e mezzo di euro.