VIDEO | L'accademico Giovanni Biggio a Cosenza per un workshop con famiglie e docenti: «La deprivazione del sonno ha gravi ripercussioni sullo sviluppo del cervello»
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Dopo una crescita esponenziale che ha accompagnato tutto il ventesimo secolo, dal 2009 in poi gli studiosi hanno rilevato un calo del quoziente intellettivo nei giovani, nella generazione cresciuta a pane e digitale, tra i ragazzi social-connessi che non hanno mai conosciuto un mondo senza internet e che dall'utilizzo dei device, gli smartphone in particolare, sviluppano nuovi percorsi di pensiero e nuove caratteristiche comportamentali.
L'uso distorto dei device
Sul tema le associazioni di volontariato Mattia Facciolla, presieduta da Teresina Intrieri, Insieme per Crescere, guidata da Nunzia Mele, Potenziamenti, rappresentata da Teresa D’Andrea e Benessere Bambino, organizzazione presieduta da Chiara Lolli, hanno promosso un incontro rivolto a famiglie, docenti e studenti, ospitato nel salone degli specchi della Provincia di Cosenza, dal titolo Iperconnessi: paese delle meraviglie o buco nero per la mente di bambini e adolescenti? Le relazioni di Giovanni Biggio, professore emerito di neuropsicofarmacologia dell’Università di Cagliari, e di Teresa Ting, ricercatrice di tecnologie chimiche dell’Università della Calabria, si sono concentrate sull’influenza che la crescita del bambino e dell’adolescente subisce in conseguenza dell’uso anche distorto dei dispositivi di ultima generazione.
Utilizzo breve e consapevole
In particolare Biggio ha sottolineato i rischi derivanti dall’uso di tablet e smartphone a tarda sera o addirittura nel corso della notte, che non è infrequente tra gli appartenenti della Generazione Z. «Non necessariamente l’uso dei device è negativo, ma deve essere limitato, condiviso con i genitori e destinato ad un preciso scopo che può essere ludico, di intrattenimento o di formazione – ha spiegato l’accademico – I piccoli vanno educati anche in età tenera, senza imposizioni, ad un utilizzo breve e consapevole. Ma soprattutto, e questo è un messaggio che ritengo cruciale, durante la notte questi dispositivi devono rimanere spenti. I ragazzi invece spesso trascorrono le ore tradizionalmente destinate al riposo davanti al cellulare. È un comportamento notevolmente dannoso: di notte bisogna dormire perché la deprivazione di sonno è la condizione più disastrosa a cui si può andare incontro con ripercussioni gravi sullo sviluppo del cervello che può subire un rallentamento, in particolare nella zona della corteccia frontale. E questo porta ad alterazioni cognitive nell’età dell’adolescenza e quindi al rischio di sviluppare disturbi come una sindrome autistica».