A voler guardare il bicchiere mezzo vuoto è quasi un racconto drammatico quello che Agenas tratteggia delle quattro aziende ospedaliere calabresi: strutture sottodimensionate in termini di posti letto e di organici rispetto alle altre aziende italiane. Cinquantadue in totale quelle prese in esame nel nuovo report stilato in collaborazione con la scuola superiore Sant’Anna di Pisa che valuta le performance ospedaliere sulla base di un set di indicatori relativi all’annualità 2019.

Record negativo

Lasso di tempo precedente alla pandemia che in Calabria ha ulteriormente aggravato le deficienze di un sistema in perenne piano di rientro. E in effetti il primo dato a balzare agli occhi è lo scostamento del dato relativo al numero dei posti letto rispetto alla mediana nazionale. Il policlinico universitario di Catanzaro sale sul podio ma in negativo: è l’azienda più piccola – tra quelle esaminate – con i suoi 234 posti letto posti a giustificazione anche della bassa produzione: 96 milioni di euro contro una mediana nazionale di 300 milioni.

Pochi posti letto

Ma le altre aziende ospedaliere non sono da meno. L’ospedale di Cosenza con i suoi 538 posti letto si scosta rispetto alla mediana nazionale del -25%, uguale percentuale raggiunta dall’ospedale di Reggio Calabria (547 posti letto) e anche dall’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro (488 posti letto). «È tempo di mettere da parte i campanilismi e procedere speditamente con l’integrazione tra le due aziende» è il commento a caldo del primario dell’unità operativa di Cardiochirurgia universitaria, Pasquale Mastroberto, interpellato da LaC News 24.

Basta chiacchiere

Il quale al termine della lettura dei dati appare molto determinato. Secondo il medico chirurgo non è più tempo di «indugiare in chiacchiere» dal momento che i numeri parlano chiaro e dall’unificazione delle due aziende catanzaresi, la costituenda “Dulbecco” potrebbe trarre un indubbio vantaggio in termini di posti letto, 820 quelli previsti sulla carta.

«Appare fondamentale fare l’integrazione – incalza Mastroroberto – per avere una grande azienda catanzarese. Inutile andare avanti in sterili polemiche politico istituzionali dal momento che a perderci sono entrambe le aziende, al contrario ad integrazione fatta si potrebbe contare su un congruo numero di posti letto, capace di rientrare a pieno titolo negli standard nazionali».

Punte di eccellenza...

Ma non solo, la costituenda azienda potrebbe anche contare sulle eccellenze, pur presenti nei due ospedali ma al momento decisamente depotenziati. Dal report delle performance condotto da Agenas emergono, infatti, ulteriori dettagli. L’analisi degli esiti evidenzia nelle due aziende la presenza di aree cliniche che si attestano al di sopra della media nazionale. Nello specifico, la chirurgia generale per l’ospedale Pugliese e l’area cardiocircolatoria per il policlinico universitario; entrambe conseguono un alto livello di qualità.

... tra gravi carenze

Addirittura l’area cardiocircolatoria del policlinico rappresenta il 58% dell’intera attività aziendale, in soldoni si tratta della Cardiochirurgia e della Cardiologia. «Lo standard qualitativo risulta essere alto rispetto alla media nazionale e l’intera area rappresenta anche un punto di riferimento a carattere nazionale ed è per questa ragione che invito ad investire» precisa il primario. In effetti, il risultato è stato sì raggiunto ma non in condizioni ottimali.

Senza infermieri nelle sale operatorie

A parlare è sempre il report ma confermato dal primario: «Ad essere particolarmente carente è la presenza di infermieri nelle aree critiche e di emergenza-urgenza». Ovverosia, personale al servizio di quei reparti nevralgici come le terapie intensive, la cardiochirurgia e la cardiologia e, quindi, le sale operatorie. «Sono presenti eccellenze e ottimi medici in entrambi gli ospedali – conclude il primario – e queste devono rappresentare un valore aggiunto».

Unica azienda competitiva

«Soltanto unificate le due aziende possono divenire davvero competitive non solo nel panorama regionale ma anche nazionale proprio in ragione della presenza di settori che si pongono al di sopra degli standard». A ben guardare, l’azienda Pugliese Ciaccio si pone nella media per le aree cliniche cardiocircolatorie, gravidanza e parto, respiratorie, osteomuscolare e del sistema nervoso.

L'ospedale di Cosenza

Non lo stesso può dirsi – dati alla mano - degli altri ospedali calabresi. A titolo d’esempio, l’Annunziata di Cosenza, se si esclude il livello molto alto raggiunto dall’area respiratoria del presidio Santa Barbara, possiede indicatori al di sotto della media per il cardiocircolatorio, gravidanza e parto e chirurgia oncologica. Molto basso l’osteomuscolare mentre nella media risultano essere le aree respiratoria, la chirurgia generale e del sistema nervoso.

L'ospedale di Reggio Calabria

Agli ospedali riuniti di Reggio Calabria, invece, risultano sotto la media l’area gravidanza e parto, del sistema nervoso e del sistema respiratorio e la chirurgia oncologica. Molto male l’area ostemuscolare e nella media l’area cardiocircolatoria. Nel presidio ospedaliero Morelli, invece, risulta nella media l’area respiratoria e sotto la media l’area cardiocircolatoria.