L'Anticorruzione regionale vuol vederci chiaro. E dopo il caos aperto dal ricorso proposto dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro e dalla conseguente sentenza del Tribunale, chiede un surplus di istruttoria. Oggetto è la recente nomina di Maurizio Borgo a coordinatore dell'Avvocatura regionale. Un interim deciso a stretto giro dalla presidente, Jole Santelli, dopo che il giudice del lavoro aveva fatto decadere dall'incarico Maria Maddalena Giungato, prima scelta della governatrice ma dichiarata poi illegittima. 

 

L'Anticorruzione chiede lumi

Così l'Anticorruzione regionale chiede la dichiarazione d'incompatibilità e d'inconferibilità che Maurizio Borgo avrebbe dovuto produrre prima di insediarsi, seppur ad interim, nella funzione di coordinatore dell'Avvocatura regionale. Un incarico entrato nuovamente nel mirino del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro che nei giorni scorsi avevano trasmesso una diffida al decimo piano della Cittadella contestando nuove illegittimità. In particolare, la mancata iscrizione nell'albo speciale e l'incompatibilità scaturita da un secondo incarico che Borgo ricopre al dipartimento Segretariato generale della giunta e che, nei fatti, non lo renderebbe autonomo rispetto "all'apparato burocratico amministrativo" della Regione Calabria.

 

Richiesta di revoca

Ma alle rimostranze mosse dal Consiglio dell'Ordine di Catanzaro, si accoda oggi anche l'Unione nazionale avvocati enti pubblici che bolla ancora la nomina di Borgo all'Avvocatura come "illegittima". Il presidente, Antonello Trentini, invoca la revoca del decreto presidenziale e annuncia battaglia: "Rappresentando l’urgenza di un provvedimento di revoca del decreto 107 del 17
agosto 2020, si significa che, conformemente ai propri principi statutari, nella denegata ipotesi in cui la Regione Calabria dovesse mantenere l’attuale assetto organizzativo dell’avvocatura interna, Unaep porrà in essere le azioni giudiziarie ritenute opportune,
per la tutela dei diritti ed interessi dei propri associati".