Se gli autovelox sono illegittimi, lo sono anche le multe? E nel caso in cui il multato abbia già messo mano al portafoglio, potrà avere indietro i suoi soldi? Se lo chiedono, in queste ore, numerosi cittadini “ingolositi” dalla mossa della Procura di Cosenza che, nell’ambito di un’indagine avviata un anno fa, ha chiesto e ottenuto il sequestro dei rilevatori di velocità, modello T-exspeed v.2.0, in uso a diversi comuni italiani, perché viziati da un peccato originale: quello di non essere omologati così come previsto dal Codice della strada. Gli autovelox in questione, infatti, erano stati solo approvati, ma necessitavano di un ulteriore passaggio tecnico e amministrativo - la cosiddetta omologazione - che, nel caso di specie, mancava del tutto.

In provincia di Cosenza, il sequestro ha riguardato gli autovelox installati sulla Ss 106, in territorio di Roseto Capo Spulico, e poi sull'altra costa, dislocati tra Belvedere Marittimo, Fuscaldo e San Lucido. I sigilli, però, sono stati apposti anche ai T-exspeed in uso nelle città di Venezia e Reggio Emilia nonché in provincia di La Spezia (Arcola), Cremona (Piadena Drizzona), Torino (Pianezza), Modena (Formigine), Matera (Pomarico), Foggia (Cerignola) e Siracusa (Carlentini e Francofonte).

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Oltre alle conseguenze penali che si profilano per le ditte che hanno commercializzato gli apparecchi - i titolari sono indagati per frode nelle pubbliche forniture - la notizia dei sequestri ha avuto un altro effetto che riguarda gli utenti della strada, specie quelli che, trovandosi a passare da quelle località, sono caduti nella trappola dell'eccesso di velocità. Tutti loro, va da sé, coltivano oggi la speranza di essere risarciti o di vedersi annullare la contravvenzione. Aspettative legittime che rischiano, però, di scontrarsi con la realtà.

Il sospetto di irregolarità che grava oggi sul T-exspeed, infatti, può essere tranquillamente esteso a tutti gli altri modelli di autovelox in circolazione sulle strade del Paese. Nessuno di essi è omologato. Quindi, secondo il metro adottato dalla Procura cosentina, sarebbero tutti passibili di sequestro. Se ciò non è ancora avvenuto è perché il dilemma approvazione o omologazione è un tormentone che si protrae da anni senza che nessuno l'abbia ancora risolto.

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C'aveva provato il ministero dei Trasporti, nel 2020, con una circolare che inquadrava i due termini come sinonimi, ma nell'aprile del 2024 un parere di segno opposto è arrivato da una sezione civile della Cassazione: gli autovelox, precisavano i giudici romani, devono essere omologati senza se e senza ma. Proprio quella sentenza è stato il carburante che ha consentito alla Procura di Cosenza di far ripartire l'inchiesta dopo il flop dello scorso anno, ma almeno fin qui non è riuscita a mettere ordine in questa vicenda.

Non tutti i tribunali, infatti, hanno considerato la pronuncia della Suprema Corte alla stregua di Verbo. Una stima sommaria dei ricorsi contro le multe da autovelox ci dice che, negli ultimi tre mesi, solo la metà dei giudici di pace si è conformata al giudizio della Cassazione, l'altro cinquanta per cento ha continuato a seguire le indicazioni della circolare ministeriale. Tutto, insomma, è ancora affidato alla discrezionalità e all'interpretazione dei singoli magistrati.

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A mettere un punto alla vicenda, però, potrebbe essere da qui a breve proprio il ministero dei Trasporti. Fonti molto vicine a quegli uffici, infatti, riferiscono che nel giro di un paio di mesi la querelle sarà risolta in modo definitivo. Come? Decretando l'obbligatorietà dell'omologazione degli autovelox a partire proprio dalla data di uscita della nuova circolare. Per ciò che concerne il passato, invece, sarà fatta salva l'equivalenza giudiziaria tra approvato e omologato, così da parare i colpi dei ricorsi e rispondere in modo implicito alla domanda di partenza: se gli autovelox sono illegittimi, ciò non vuol dire che lo siano pure le multe.