La questione dell'installazione e utilizzo di autovelox, fototrappole e sistemi di videosorveglianza presenta una serie di complessità che spesso vedono proprio gli enti fruitori fuori dalle regole. Questi strumenti rappresentano un efficace mezzo di sicurezza e di monitoraggio per contrastare atti di vandalismo, abbandono illecito di rifiuti, furti, rapine, eventi delittuosi, e violazioni al codice della strada. Tuttavia, l'adozione di tali dispositivi deve essere gestita con estrema attenzione per rispettare le stringenti normative sulla privacy. Il commissario straordinario per la Calabria di Upli, Angelo Rossino, e il consigliere nazionale, Gaetano Alborino, hanno sottolineato l'importanza di un approccio informato e rigoroso per evitare sanzioni pesanti da parte del Garante della Privacy nei confronti dei Comuni.

Tra le misure da adottare: formazione professionale. È essenziale che gli operatori locali ricevano una formazione adeguata per gestire le fototrappole in conformità con le leggi sulla privacy. La formazione è un elemento cruciale per operare serenamente e con competenza. Valutazione dell'impatto sulla privacy: prima dell'installazione, è necessaria una valutazione dettagliata dell'impatto sulla privacy (Dpia) per identificare e mitigare i rischi. Segnaletica e trasparenza: l'installazione deve essere accompagnata da adeguata segnaletica per informare i cittadini della loro presenza e del loro scopo, assicurando trasparenza e conformità con le norme. Gestione dei dati: i dati raccolti devono essere trattati in modo sicuro, limitando l'accesso solo a personale autorizzato e garantendo la loro protezione contro accessi non autorizzati.

I Comuni in larga parte non rispettano la normativa 

Il commissario Rossino ha evidenziato che, sebbene la normativa europea sulla privacy sia stringente, essa non deve superare il principio del buonsenso applicato ad altre attività di polizia locale, come la polizia stradale e la polizia giudiziaria. La differenza fondamentale risiede nella necessità di una preparazione professionale specifica, senza la quale si rischia di affrontare il tema con superficialità, con conseguenze potenzialmente gravi. Secondo Rossino, la stragrande maggioranza delle amministrazioni, circa il 95-96%, non rispetta le normative in materia di videosorveglianza, fototrappole e droni. Questa carenza è dovuta alla complessità della legislazione e alla mancanza di una cultura adeguata su questo ambito tra sindaci e amministratori locali.

«Non c'è veramente una cultura su questo ambito», ha affermato Rossino, sottolineando la necessità di un supporto consulenziale per aiutare le amministrazioni a mettersi in regola. Upli si propone come un importante alleato per le realtà locali, offrendo consulenza e assistenza per garantire la conformità alle normative vigenti. Rossino ha fornito un esempio concreto dei rischi che comporta la mancata conformità: «Per una semplice telecamera che viene messa fuori posto, fuori dalla norma, dalle regole, la sanzione minima per un ente, nella migliore delle ipotesi, è di 20mila euro». Questo dimostra quanto sia essenziale per le amministrazioni locali comprendere pienamente le implicazioni legali e operative dell'uso di dispositivi di sorveglianza. Un altro aspetto critico sollevato da Rossino riguarda il rischio che multe e contravvenzioni possano essere annullate a causa di difetti nell'applicazione della norma. «Un legale ben formato può tranquillamente insinuarsi in queste mancanze», ha avvertito, sottolineando la pesantezza dell'iter amministrativo e l'importanza di una corretta applicazione delle regole.