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È stata una autobomba e non un incidente a provocare la morte di Matteo Vinci, 42 anni di Limbadi (Vibo Valentia), biologo, ex rappresentante di medicinali e candidato alle ultime elezioni comunali. A bordo della vettura, andata distrutta dall'esplosione questo pomeriggio nei pressi di un pastificio, c'era anche il padre dell'uomo, Francesco Vinci, 70 anni, ex carrozziere rimasto gravemente ferito. Lotta tra la vita e la morte all'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia (trasferito a Palermo nella tarda serata). Il fatto si è verificato intorno alle 15.30 in via Fosse Ardeatine ed in un primo momento si era pensato allo scoppio dell'impianto a gas del veicolo. Ulteriori rilievi hanno consentito di verificare che l'esplosione è stata causata da un ordigno posizionato nel vano portabagagli. La macchina, infatti, era alimentata a benzina.
Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo. Nel marzo del 2014 Matteo Vinci, il padre Francesco e la signora Rosaria Scarpulla (moglie di Francesco e madre di Matteo) erano stati arrestati dai carabinieri unitamente a Domenico Di Grillo, 71 anni, Rosaria Mancuso, 63 anni, e la figlia della coppia, Lucia Di Grillo (rispettivamente cognata, sorella e nipote dei più noti Mancuso di Limbadi, c.d. "generazione degli undici"). Al momento gli inquirenti non collegano l’episodio odierno con la vicenda della rissa risalente a quattro anni fa. Nell'ottobre 2017 Francesco Vinci aveva subito una violenta aggressione, picchiato con il bastone di un tridente. Il prefetto di Vibo Valentia Guido Longo ha convocato il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.