Non sono state esattamente manifestazioni di giubilo quelle con cui gli operatori del 118 calabrese hanno accolto l’arrivo dei mezzi di soccorso usati provenienti dalla Lombardia. Semmai di disapprovazione o di delusione, evidentemente speranzosi – dopo anni trascorsi a bordo di ambulanze pericolanti – di poter anche loro lavorare finalmente in sicurezza e di guidare automezzi nuovi di zecca.

La volta buona

Non sarà questa la volta buona: né per gli operatori né per i pazienti ormai assuefatti a mezzi che rischiano di restare in panne nel bel mezzo di un intervento di soccorso. È capitato più volte in passato e potrebbe capitare ancora in futuro, almeno a giudicare dagli anni di servizio che hanno sulle spalle le automediche spedite da nord a sud dello Stivale grazie ad una convenzione sottoscritta dall’Asp di Cosenza, su delega di Azienda Zero, con l'Areu, l’agenzia regionale per l’emergenza urgenza lombarda.

Un servizio di "seconda mano"

Quest’ultima probabilmente l’unica ad aver realizzato il vero affare nell’accordo che prevede la cessione di mezzi di soccorso che in Lombardia sarebbero stati dismessi per «obsolescenza» e che, invece, la Calabria si è offerta di buon grado di acquistare per offrire un servizio di “seconda mano” ai propri cittadini.

Mezzi obsolescenti

È quanto si legge nella delibera licenziata dal direttore generale dell’Areu che conferma di poter tranquillamente fare a meno delle dieci automediche, le quali sarebbero state sostituite per la «logica dell’obsolescenza programmata» e per garantire «un soccorso moderno ed efficace» e delle dieci ambulanze che sarebbero state, anche queste, sostituite per la «riorganizzazione del soccorso sanitario post covid e per la ridistribuzione del personale».

Gli standard calabresi

Criteri che evidentemente non si applicano alla sanità calabrese abituata a ben altri standard: ambulanze in numero insufficiente, con oltre 500mila chilometri che intraprendono viaggi in «condizioni alquanto critiche». In ragione di ciò, l'acquisto di automediche con oltre 200mila chilometri dovrebbe essere salutato come un importante traguardo raggiunto dal servizio sanitario calabrese.

Oltre 200mila km

È nella convenzione stipulata tra i due enti che viene chiarito ogni dettaglio dello scambio a titolo oneroso. Tutte le dieci automediche acquistate dalla Calabria, e già in dotazione alle cinque Asp, superano i 200mila chilometri di strada percorsa. L’Asp di Cosenza ha pattuito l'acquisto al valore «simbolico» di 2mila euro ciascuna oltre gli ulteriori oneri economici: il passaggio di proprietà, la rimozione delle livree di Areu, il recupero e il trasporto dei mezzi dalla sede di Areu a quella dell’Asp di Cosenza, per un totale di 138mila euro. Senza ovviamente considerare i costi per la manutenzione e le riparazioni che, in mezzi con oltre 200mila chilometri, rappresentano una voce di spesa non proprio secondaria. 

Cessione vantaggiosa

Quarantamila euro, invece, ha pagato la Calabria per ciascuna delle ambulanze che la Lombardia avrebbe dismesso per avviare la riorganizzazione post covid e che risultano decisamente meno usurate: i mezzi hanno quasi tutti in media 20mila chilometri. Per l’Asp di Cosenza il prezzo concordato rende l’acquisizione «senza alcun dubbio vantaggiosa in considerazione del basso chilometraggio e del prezzo di mercato mai inferiore a 100mila euro». Una cifra che però si riferisce ad ambulanze nuove di zecca e già dotate di ogni equipaggiamento medico (ad onor del vero, si acquistano facilmente anche a 75mila euro). Le dieci acquisite da Areu a 40mila euro ciascuna sono usate e prive di tutto l'equipaggiamento.