«Le famiglie 'con autismo' sono sempre di più, ma le risposte della società non esistono». Inizia così la denuncia di due famiglie di Catanzaro con figli autistici, che in particolare puntano il dito contro la piscina comunale i centri estivi del capoluogo. «Risulta opposto all'inclusività auspicata, la reiterata proposta della piscina comunale di Catanzaro, gestita da una società privata; l'accesso è sì garantito, ma fuori dal gruppo (dei neurotipici) od al massimo con il gruppo 'disabile', immerso con le rispettive genitrici». 

«La piscina, come i centri estivi catanzaresi - scrivono ancora i genitori - adducono la sicurezza del minore come precipua motivazione ad una 'giustificata e sana' esclusione. Giustificazione che, però, non ha alcun riscontro da professionisti accreditati. Esistono diverse forme dello spettro autistico e non è accettabile che un qualsiasi addetto all'accoglienza, coordinatore o istruttore possa valutare le capacità. Se le persone con autismo non vengono accettate dalla comunità e, quindi, inclusi, ne deriva un danno psicologico che alzerà un muro ancora più alto verso l'altro».

«Alcune società sportive, non molto distanti da questa difficile città - concludono i genitori - includono, proteggono e divertono questi bambini specialissimi. Ci chiediamo, come famiglie, quale sia il risultato sociale e morale di questa trama ripetitiva e sconcertante. Si spera che il Coni, in quanto supervisore della attività sportive, prenda provvedimenti in merito».