Il tribunale di Cosenza non è funzionale alla celebrazione di processi di mafia poiché non dispone di aule protette. A scriverlo nero su bianco è la presidenza del palazzo di giustizia. Questa la ragione per cui la Procura Generale di Catanzaro ha disposto il trasferimento delle udienze di Reset nell’aula bunker adiacente al carcere di Castrovillari, dopo l’allagamento di quella costruita a Lamezia Terme, ancora inagibile per le conseguenze del nubifragio dello scorso 21 ottobre. È questa la novità deflagrata nel corso della conferenza stampa promossa dalla Camera penale congiuntamente all’Ordine degli avvocati del foro bruzio.

Impraticabilità tecnica

Come si ricorderà, la decisione di spostare il processo Reset da Lamezia a Castrovillari e non nella sede competente di Cosenza, aveva suscitato la reazione del collegio difensivo e quella degli organi della Camera Penale, presieduta da Roberto Le Pera, nella convinzione, anche per evitare dispendio di risorse pubbliche, che vi fossero tutte le condizioni per riportare il dibattimento nel suo alveo naturale. Invece, durante le intense interlocuzioni avviate tra i diversi organismi giudiziari coinvolti nella vicenda, in alcune fasi pure con toni piuttosto accesi, è venuta a galla questa condizione di impraticabilità tecnica, di cui nessuno era precedentemente a conoscenza. E che alimenta altri interrogativi, per certi versi pure inquietanti.

Continua il braccio di ferro intrapreso dalla Camera penale di Cosenza congiuntamente all ordine degli avvocati per riportare nel tribunale del capoluogo bruzio le udienze del processo Reset. Attualmente il processo si celebra a Castrovillari. Nel pomeriggio conferenza stampa dei vertici dei due organismi

Alcuni sì, altri no

«Se le aule del tribunale di Cosenza non sono adeguate perché allora vi sono stati celebrati in passato i processi Tela del Ragno, Apocalisse, Missing ed oggi quelle stesse aule continuano ad ospitare ulteriori procedimenti con imputazioni riconducibili all’associazione mafiosa, come Acheruntia o Rinascita Scott - si chiede Roberto Le Pera – Perché solo per il processo Reset si oppone l’obiezione della mancanza di aule protette. Alla Presidente del Tribunale di Cosenza, verso cui proviamo il massimo rispetto istituzionale, nel solco della lealtà e della schiettezza che ha sempre contraddistinto il suo rapporto con la Camera Penale, chiediamo quali sono i motivi per cui oggi le aule del palazzo di giustizia debbono considerarsi non protette quando in passato in quelle stesse aule sono stati celebrati diversi maxiprocessi. Certamente – ha concluso Le Pera – è davvero assurdo che una città come Cosenza debba essere condannata ad essere fanalino di coda in Calabria visto che in tutti gli altri capoluoghi di provincia mai è stato sollevata questa anomalia».

Verso l’astensione degli avvocati

Nutrita la partecipazione di legali alla conferenza stampa alla quale è intervenuto anche il sindaco Franz Caruso, nella sua duplice veste di rappresentante istituzionale e di avvocato penalista. La presidente del consiglio dell’Ordine Ornella Nucci, ha chiesto una ispezione ministeriale e proclamato lo stato di agitazione che potrebbe sfociare nella completa astensione da tutte le udienze. Inoltre non ha mancato di sottolineare come anche la sede prescelta, quella di Castrovillari, non sia affatto ottimale «visto che nelle prime due udienze di Reset che vi sono state celebrate, non c’erano postazioni sufficienti per tutti gli avvocati difensori e neppure un clima adeguato. Solo per gli avvocati però, perché mi pare che il collegio giudicante si fosse attrezzato con una stufetta».

Reclamata la pari dignità

«Gli avvocati non sono una parte eventuale del processo – ha tuonato Ornella Nucci – Invece di essere costretti a porci in contrapposizione, avremmo voluto essere protagonisti di un confronto alla pari per individuare le migliori soluzioni. Ma non ci è stato consentito. La nostra prima di tutto è una battaglia di civiltà. Rileviamo come all'interno della stessa magistratura vi siano posizioni differenti». La presidente Nucci si riferisce evidentemente al parere positivo espresso dalla presidente della Corte d’Assise del tribunale di Cosenza secondo la quale vi sono le condizioni per celebrare il processo Reset nel palazzo di giustizia del capoluogo bruzio. «Io onestamente – ha aggiunto Ornella Nucci – mi chiedo ancora se serva un'aula bunker. Ed anche se tale si può definire un aula che alla prima pioggia si allaga. Davvero la sede di Lamezia prima e quella di Castrovillari adesso sono migliori di quella di Cosenza? Forse un tribunale in cemento armato e vetri antisfondamento garantisce una sicurezza maggiore».