Risale a martedì scorso il grave fatto di cronaca che si è verificato nel territorio comunale di Mileto. In pieno giorno ignoti hanno infatti dato alle fiamme un camion di una ditta impegnata a svolgere alcuni lavori per la raccolta delle acque bianche nella frazione San Giovanni. L’automezzo era fermo in pieno centro cittadino nei pressi dell’edificio che ospitava la scuola primaria. «Questo è un vero e proprio attentato terroristico alla frazione San Giovanni e a tutta la città di Mileto. Perché messo a segno in pieno giorno, mentre a una manciata di metri gli operai stavano eseguendo i lavori. Il fumo si è propagato a una vicina abitazione rischiando di intossicare due anziane. È stato un atto ignobile».

È ancora provato dall’attentato incendiario Pantaleone Benincasa, il patron della ditta che per conto del Comune di Mileto sta eseguendo i lavori di rifacimento delle condotte delle acque bianche. È provato sì, ma non ha nessuna intenzione di mollare sebbene i danni ingenti subiti. Il cantiere mobile della Nice Costruzioni è ormai un cumulo di lamiere consumate dalle fiamme. L’attentato ordito dal racket  si è consumato in pieno giorno. I lavori sono stati sospesi e gli operai a casa: «Il tempo di riorganizzarci e ripartiamo», assicura l’imprenditore.

La malavita, a Mileto, dopo un lungo periodo di silenzio, è tornata a colpire. Sono numerosi i cantieri aperti per la costruzione di opere finanziate con fondi pubblici. Milioni di euro che fanno gola alla malavita, che taglieggia gli imprenditori e soffoca le comunità. «Abbiamo ottenuto una serie di finanziamenti importanti per circa 13 milioni di euro», spiega il sindaco Fortunato Giordano che aggiunge: «La metà di queste opere sono già iniziate. Attualmente nel nostro territorio sono stati avviati 15 cantieri, la metà è sulle strade con la conseguenza che le ditte sono maggiormente esposte a minacce ed estorsioni».

Il clima di paura che inevitabilmente si è venuto a creare in città, ha spinto il sindaco a rivolgersi al prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli: «Per chiedere – afferma  – una maggiore presenza delle forze dell’ordine». L’incendio del mezzo è infatti il secondo attentato nel volgere di pochi giorni. A pagare dazio è stata poco più di una settimana fa anche la Costruzioni Generali srl: gli operai avevano lasciato alcune tubature nel piazzale antistante ad una chiesa.

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